- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1985

128 P. Venesia a due brevi regesti in grafia antica ed uno in grafia settecentesca, i resti di tre bolli in ceralacca, con le iniziali ED. Il testo è tutto di mano del notaio Uberto Lasagna de Mutinis, il cui signum tabellio– nis è riportato due volte in basso a destra. Il documento è datato 25 aprile 1297 e tratta della vendita, fatta dal Monastero di S. Orso di Aosta 19 al chierico eporediese Nicolao, figlio del fu Bombello del Solerio, di tutto quanto apparteneva alla chiesa di S. Giovanni di Quarto . Dopo un accenno alla pochezza dei redditi percepiti fino ad allo– ra e dopo la precisazione che l'alienazione veniva effettuata con l'in– tenzione di reimpiegare nella città e diocesi di Aosta, con la previsione di maggiori utili per il Monastero, i 400 vianensi che sarebbero stati percepiti, «cum non inveniretur qui plus velle dare vel offerte», nel testo vengono elencate le «appendici» della chiesetta, che, per essere «diruta et desolata», poteva essere creduta anche molto povera: due case, una a Quarto ed una a Pavone, con forno ed edificio 20 ; 31 pezze di terra tra prato, campo, bosco e gerbido, per oltre 87 giunte complessive, tutte giacenti nelle fini di Pavone; in più, nel territorio di Loranzè, un sedime ed altre nove pezze di terra, delle quali non è specificata l'area. Non si sa come questi beni fossero pervenuti a far parte del be– neficio di S. Giovanni di Quarto; forse erano stati trasferiti in dote alla chiesa, all'atto della sua fondazione, dal Vescovo di Ivrea, al quale erano pervenuti per donazione imperiale; oppure rappresentavano do– nazioni di privati o lasciti testamentari, come indurrebbe a pensare la pezzatura minima di alcuni terreni e la presenza, tra i coerenti, di piccoli appezzamenti appartenenti alla chiesa di Strambinello, Pa– rella e Ivrea. Il documento, che rappresenta anche una buona miniera di dati per i cultori di toponomastica canavesana, viene così a colmare una piccola lacuna nel grandioso contesto della Storia Valdostana. 1 9 Il Guglielmo priore del Monastero, citato in questo atto, è probabilmente il Guillaume de Lydes, che L'Insigne Collégiale cita come vivente nel 1310. 20 Il 15 aprile 1284, Gotofredo, canonico di S. Orso e rettore della chiesa di Quar– to, investe Alberico di Pavone di una corte con forno in Pavone (Archivio Capitolare Ivrea).

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