- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1987

Alla stazione di Aosta 85 di alcuni treni, controversie di cui troviamo un'eco puntuale in sede di Giunta e nella stampa locale. Durante la stagione invernale, l'arri– vo del primo treno a metà mattinata danneggia gravemente il com– mercio locale, dal momento che, a quell'ora, il mercato di Aosta già volge al suo termine, ma risulta molto scomodo anche per coloro che vengono in città per sbrigare affari negli uffici pubblici, in Tribuna– le, in Pretura e che si vedono costretti ad anticipare alla vigilia il lo– ro arrivo, con un non indifferente aggravio di spese. Anche l'orario di partenza- alle 5,30 pomeridiane - di uno dei due treni locali Aosta-Ivrea, introdotti nell'88 per favorire le re– lazioni dei Comuni della Bassa Valle tra loro e con le rispettive «te– tes de ligne», risulta inadeguato: i commercianti e negozianti della città protestano; nel tardo pomeriggio il commercio locale potrebbe ancora fruire di un discreto movimento d'affari, e invece, dopo le 5, in città «tout devient désert et exercices et boutiques se dégarnis– sent rapidement». Un altro motivo di scontento è la mancanza di un treno diretto per Torino, previsto solo nella stagione estiva; le ri– chieste avanzate, a questo proposito, dalla Amministrazione comu– nale alla Direzione delle ferrovie fin dai primi anni, hanno sempre avuto esito negativo, anche quella presentata nel '90, tendente ad ottenere almeno un treno accelerato che lasci da parte certe stazioni «OÙ il n'y a rien à faire si ce n'est de temps à perdre». Cosl pure ap– pare assurdo, nell'orario invernale, l'anticipo di quasi due ore (alle quattro del pomeriggio!) della partenza dell'ultimo treno da Torino: «c'est l'après-midi sacrifiée». Il problema degli orari «baroques, absurdes et illogiques» che la Società delhi Méditerranée si compiace di istituire e di mantenere, viene trattato con accenti durissimi in un articolo del foglio locale Jacques Bonhomme, nel novembre del1900. Ciò che importa, scrive il redat– tore, è che gli orari marcino in perfetto accordo con le «petites com– modités de la Société»; gli interessi delle popolazioni non pesano sulla bilancia. Nelle Compagnie ferroviarie «comme dans toutes les admi– nistrations publiques, en général, en Italie, ce sont les populations qui sont faites pour les bureaux et non les employés pour les citoyens». Deputati, sindaci, membri delle Camere di commercio hanno prote– stato e continuano a protestare, sottolineando il danno che, da una

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