- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1987

Alla stazione di Aosta 87 le macchine di scarto, le carrozze vecchie e stravecchie («rifiuto di tutte le stazioni del Piemonte») che vengono destinate alla nostra li– nea: «tutto è buono per Aosta», e tutti, Amministrazione delle fer– rovie, macchinisti, impiegati, continuano a burlarsi «della nostra valdostana pazienza». 52 Della pazienza dei Valdostani ci si burla soprattutto quando de– nunciano con preoccupazione crescente il pericolo rappresentato dalla famigerata galleria di Tercy a Chambave. Per lunghi anni è il «cau– chemar» di tutti coloro che viaggiano in treno. Già nell'88, L'Echo aveva osservato che «c'est avec une véritable appréhension que les voyageurs passent sous ce traquenard, au milieu d'une véritable -foret de poutres et de madries qui soutiennent avec peine un terrain mou– vant auquelle dégat donnera bientot un majeur poid». 53 Da allora si erano susseguite le segnalazioni, le richieste di ispezione, gli ap– pelli alle Autorità perché quella spada di Damocle cessasse finalmen– te di incombere sulla testa dei valligiani; ma, come scrive Le Mont-Blanc nel '98, la voce dei valdostani «se perd dans les échos des vallons et elle arrive éteinte en HAUT LIEU»; di tanto in tanto, per calmare le inquietudini della gente, arrivano «dall'alto» rassicu– razioni sulla solidità della galleria. Ma è una beffa: «dernièrement - osserva preoccupato il periodico nel '99 - les vieilles crevasses se sont élargies, d' autres encore se sont ouvertes et l'eau s'infiltre partout». Si son dovute rinforzare in fretta e furia le vecchie travi che sostengono «toute cette carcasse»; si san costruiti muri di soste– gno per impedire il crollo della volta. «Les trains qui arrivent avec rapidité ralentissent tout-à-coup leur marche, et on éprouve une grande tristesse et une appréhension en voyant les convois s'engager dans ce souterrain qui pourrait devenir la tombe de tant de malheureux... ». In una simile situazione, non v' è da stupirsi se, a poco a poco, nel cuore di qualcuno affiora, dolce e suadente, il rimpianto della diligenza: «pauvres vieilles diligences, tant décriées, estimables coches d'antan si pittoresques et si incommodes ... ». Nel ricordo svaniscono i disagi, le fatiche, le lunghe ore di un viaggio interminabile: il rim- 52 L'Alpino, passim, gennaio e febbraio 1896. 53 L'Echo du Val d'Aoste, 9-8-1888.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=