- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1987
L 'iconografia musicale valdostana 113 Stimolata economicamente da un flusso commerciale indirizzato verso le grandi fiere di Ginevra e di Lione, 10 aperta ad influssi cul– turali eclettici per il ruolo che aveva assunto ai massimi livelli della politica internazionale ed in particolare nelle questioni collegate allo scisma d'occidente (è da segnalare, a questo proposito, l'attività del cardinale Antoine de Challant e del fratello Guillaume, vescovo di Losanna, svolta nell'ambito dei concili di Costanza e di Basilea), la classe dirigente valdostana, laica ed ecclesiastica è protagonista di un progetto culturale globale finalizzato all'accrescimento del proprio prestigio con operazioni di respiro europeo. In questo contesto si inseriscono i documenti di iconografia mu– sicale, situati principalmente nei due edifici monumentali che me– glio riassumono gli esiti di tale progettualità: la Cattedrale di Aosta ed il castello di Issogne. _ Frutto di successive ricostruzioni ed aggiunte, sin dalla fine del secolo IV d.C. , la Cattedrale di Aosta fu oggetto, durante tutto il secolo XV e fino ai primi decenni del '500, di interventi successivi che modificarono radicalmente l'assetto dell'antica cattedrale paleo– romanica, risalente all'episcopato del vescovo Anselmo (fine del X- gustanum>> VI, Aoste, 1973; AA.VV. , Giacomo ]acquerio e il gotico internazionale, To– rino, 1979; B. 0RLANDONI-D . PROLA, Il castello di Fénis, Aosta 1982; L. GARINo-B . OR– LANDONI, La cattedrale di Aosta nella storia dell'arte e dell'architettura della Valle, s.I. s.d.; AA.VV. , Museo del Tesoro- Cattedrale di Aosta (catalogo), Aosta s.d. [1985]; M. ZAc– CARELU, La decorazione tardo-gotica nella chiesa di San Martino ad Arnad-le-Vieux, <<Qua– derni della Soprintendenza per i Beni Culturali della Valle d'Aosta>>, nuova serie, n. 2, Roma, 1986; AA.VV. , La chiesa di San Francesco in Aosta, Torino, 1986; E. LAGNIER, I trattati musicali del Cod. 15 della Biblioteca del Seminario Maggiore di Aosta, tesi di diploma della Scuola di Perfezionamento in Musicologia dell'Università di Bologna, an– no accademico 1985-86 (inedita). IO Se è ipotizzabile, per la prima metà del XV secolo, un'influenza diretta sull'e– conomia regionale, derivata dal traffico di uomini e merci da e per Ginevra, attraverso il Gran San Bernardo, la successiva influenza indiretta delle fiere di Lione (che, di fatto, dovettero incidere negativamente'sull'economia valdostana, dirottando gli itinerari com– merciali dal Gran San Bernardo al Moncenisio) si manifesta in un'accresciuta influenza dei Challant del ramo di Varey, che avevano in Delfinato e nel Lionese (ossia in zone valorizzate dal nuovo assetto economico) il proprio baricentro politico ed economico. Non a caso, il personaggio più rappresentativo della cultura valdostana della seconda metà del secolo fu un canonico della primaziale di Lione: Georges de Challant-Varey. (cf. J. BEYSSAC, Georges de Challant, in <<Augusta Praetoria>>, 1952, pp. 15-24).
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