- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1987
122 E. Lagnier fase di edizione il Messale sintetico, dalle fonti del XV sec., che sarà ben presto seguito dall'ultimo lavoro del prof. Amiet, consistente nella edizione critica dell'Innologio, cioè della catalogazione dei circa 400 brani metrici di cui si arricchiva l'antica liturgia aostana. Traendo le sue prime conclusioni sull'origine del rito, il prof. Amiet lo considera come il punto di confluenza di tre tradizioni per– venute in Valle attraverso le sue tre principali vie di accesso: la tra– dizione italiana dal sud, attraverso Milano ed Ivrea, la tradizione te– desca dal nord attraverso il valico del G .S. Bernardo, ed infine quella francese da ovest attraverso il colle del Piccolo S. Bernardo. Gli influssi di queste tre correnti appaiono però diseguali. L'ap– porto italiano è debole e praticamente nullo dal sec . XIII in poi. Le liturgie di Ivrea e Vercelli non devono nulla a quella di Aosta e vice– versa. È come se tra Quincinetto e Pont St. Martin, i due paesi posti a confine tra il Canavese e la Valle d'Aosta, ci fosse una «muraille étanche, uniquement liturgique», tra le due regionU Più importanti sono invece gli apporti della liturgia germanica, provenienti dall'area svizzera, e situati cronologicamente nel perio– do più antico (XII-XIII sec.) della formazione del corpus liturgico aostano . Preponderante è l'influenza francese, specie lionese, la cui nota– zione soppianta, in modo netto, a partire dal XIII sec., quella ger– manica.6 A questa osservazione di carattere storico si affianca la constata– zione dell'enorme ·numero delle fonti, moltissime delle quali musica– te, rivelatrici perciò del ruolo veramente primario che il canto liturgico ha rivestito nell'ambito del rito particolare, e non solo nei centri più 5 R. AMIET, RLA, I, p. 24. Tale impenetrabile barriera liturgica non impedirà, tuttavia , che nei secoli XVII-XVIII le funzioni religiose connesse alla Cattedrale di Aosta si avvalgano di un repertorio mu– sicale sacro di ascendenza stilistica italiana. Questa apertura, significativa, nei confron– ti della musica italiana, diffusa peraltro in tutta l'Europa in quell'epoca, è chiaramente testimoniata dal Fondo Musicale della Biblioteca Capitolare (cf. G . CHATRIAN, Il Fondo Musicale della Biblioteca Capitolare di Aosta, Torino, 1985), i cui manoscritti e stampe ci forniscono una ricca documentazione sull'attività musicale della più importante sede religiosa aostana. 6 R. AMIET' RLA, I, pp. 23-25 .
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