- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1987

126 E . Lagnier Per quanto concerne il Santorale, anche qui ci troviamo in pre– senza di un «ibrido», in cui si possono individuare un fondo comu– ne, costituito dal Sacramentario gregoriano, un apporto del Sacramentario gelasiano-franco, una notevole influenza frances-e nei sec. X e XIII; posteriori apporti italiani e germanici. 15 Collegato ad esso è l'Ufficio dei santi locali e delle festività par– ticolari della diocesi aostana. Sono oggetto di devozione particolare, in maniera diversa alla Cattedrale ed a S. Orso, i santi Orso (l 0 feb– braio), Grato (7 settembre), Giocondo (30 dicembre) e Bernardo di Mont-Joux (15 giugno). Benchè non limitato solo alla Valle d'Aosta, il culto di S. Pantaleone (28 luglio) vi è tuttavia ampiamente attesta– to, con caratteri propri, in numerose fonti; un interesse devozionale che si spiega con il fatto che questo santo è intestatario di due par– rocchie (Courmayeur e Emarèse) e di numerose cappelle sparse nella Valle. Festività di risonanza regionale, e dotate perciò di Uffici propri sono la S. Sindone (4 maggio) ed il S. Nome di Gesù (votivo), a par– tire dal XVI sec. Oltre a queste occasioni liturgiche, di cui tra l'altro è stata verificata la specificità anche in base al III e IV volume del CAO (contenenti l'edizione critica degli invitatori, dei responsori, delle antifone e dei versetti), vi sono anche altre festività locali, ma queste ultime non prevedono particolarità liturgiche degne di segna– lazione. A ciò si aggiunge l'Ufficio dei Defunti, che possiede nel rito au– gustano una sua propria struttura, pur utilizzando in gran parte testi coinuni. 16 Anche per questo settore della ricerca, è stata esaminata la fonte primaria dei testi, il Breviario 1618, che trasmette fedelmente i testi degli Antifonari, dei Processionali e di altri manoscritti musicati con– tenenti tali Uffici. 15 R. AMIET, L. CoLLIARD, L'Ordinaire de la Cathédrale d'Aoste, in MLEA, IV, Aoste, 1978, pp. 102 e seg. 16 Del tutto originale è, invece, l'Orda ad funera, che, rivelando notevoli influen– ze di tipo ambrosiano ed alcuni parallelismi con il rito di Sarum (Salisbury), si differen– zia totalmente dalla tradizione romana. (Cf. L. COLLIARD, Le culte des Morts dans le 1-it valdotain), in «Recherches sur l'ancienne liturgie d'Aoste et !es usages religieux et po– pulaires valdòtains>>, I, Aoste, 1969, pp. 9-34.

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