- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1987
148 P. Giglio sulle montagne con le sue sole forze, ma affidava volentieri la solu– zione dei problemi- diremo tecnici- ai montanari che vuoi per la caccia, vuoi per la ricerca dei cristalli avevano una certa qual abi– tudine a muoversi sui ghiacciai e sulle rocce ed erano fisicamente più prestanti. È l'epoca d'oro per le guide, soprattutto quelle svizzere e france– si. Solo alcune sono però pronte a prendere parte attiva alla conqui– sta delle cime rimaste vergini. Spicca a questo punto il forte carattere del francese Michel Croz di Chamonix. Egli accompagnò i migliori alpinisti del tempo, Mathews, Bonney, Hawkins, Tuckett, Moore, Adams-Reilly in superbe prime scalate. I suoi clienti lo lodavano una– nimemente per la sua forza, il suo coraggio e soprattutto per la sua determinazione nel portare a compimento qualunque nuova impre– sa. Se ne accorse anche Edward Whymper e lo volle con sé nella con– quista del Cervino. Nel corso della discesa dalla vetta, appena sotto di essa caddero gli alpinisti Hadow, Hudson, Douglas e lo stesso Croz. Questa terribile disgrazia sollevò notevole scalpore. Whimper fu bollato come un temerario proprio in considerazione della fama di inaccessibilità che aleggiava intorno al Cervino. Oltre agli alpinisti un'altra guida era caduta nello svolgimento del proprio lavoro . Ma cosa spingeva i montanari ad abbracciare questa professione che - come si può notare - non è scevra di pericoli? Il denaro ha senz'altro giocato un ruolo di primo piano. La civiltà montanara aveva carattere autarchico e tutt'al più di scambio, ma offriva rare possibi– lità di guadagnare del denaro. La ricompensa per l' accompagnamen– to di viaggiatori ed alpinisti era invece immediata ed attrasse chi aveva forza fisica ma soprattutto coraggio ed intr-aprendenza . Fra le guide si trovavano insomma gli elementi migliori della società montanara, senz'altro i più originali. Insieme a qualche illuminato rappresentan– te della classe sacerdotale, le guide erano i soli montanari a far parla– re di sé in senso positivo. I racconti dei viaggiatori ed alpinisti quando descrivono gli abitanti delle montagne sono zeppi di sgradevoli epi– sodi di furti, di sporcizia e di cretinismo. Ritornando al Cervino, ma questa volta dal versante valdostano, Whymper descrivendo la guida di Valtournenche J ean Antoine Car– re! con la quale aveva intrapreso alcuni tentativi alla grande monta-
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