- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1987

176 C. Artaz scala sotto l'influenza di fattori non medici, non biologici, non tra– sfusionali, non scientifici quali le problematiche inerenti i testimoni di Geova 6 • Dire che il paziente che può donare il sangue a se stesso riceve la più sicura delle trasfusioni è affermazione banale ed ovvia. La sola maggiore sicurezza di per se stessa giustifica ampiamente l'attuazione in ogni Ospedale di un programma organico di autotra– sfusione 2 • 8 • 22 • Sembra strano, forse anche di difficile comprensione, ma le cau– se principali che hanno impedito, rallentato, vanificato nei fatti le procedure autotrasfusionali negli Ospedali sono di natura organizza– riva e logistica 2 • Molto probabilmente a queste si sono aggiunti, e permangono, altri motivi tra i quali la mancata presa di coscienza da parte dei Me– dici del reale significato clinico e biologico della trasfusione di san~ gue omologo e dei suoi rischi 19 e dei vantaggi dell'autodonazione e dell' emodiluizione 15 ' 16 ' 24 • TAVOLA I I RISCHI DA TRASFUSIONE OMOLOGA (0 ALLOGENICA) Rischio immunologico: l 0 da Antigeni eritrocitari, leucocitari, piastrinici; 2° GvHD; 3° immunomodulazione (?). Rischio infettivo: Epatite, infezione da CMV, EBV, AIDS, toxoplasmosi, malaria, brucellosi, sifilide, ecc. Rischio da trasfusione massiva: Ipotermia; tossicità da citrato, K, NH3; alterazioni dell'equilibrio acido-base; microaggre– gati (microemboli); turbe emostatiche; aumento dell'affinità deii'Hb per l'O> (o 2,3 - DPG eritrocitario). Rischio cardio-circolatorio: Ipervolemia-sovraccarico cardiaco; embolia gassosa. Ipertermia da pirogeni batterici. Shock tossinico. Emodesiderosi ed emocromatosi. Rischi legati al fattore umano: Errori di identificazione, errori tecnici.

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