- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1987

178 C. Artaz -che la Direzione Sanitaria s'impegni per la realizzazione di un efficiente sistema logistico (trasporti, farmacia, economato). Forse i tempi sono maturi e l'incontro di oggi non sarà vano co– me lo furono i tentativi fatti dal sottoscritto fin dai primi anni 80. Penso che le attuali conoscenze sull'emodinamica cardio– circolatoria, sulla reologia ematica, sulle conseguenze positive dell'e– modiluizione per la profilassi delle trombosi post-operatorie dovreb– bero aver convinto i chirurghi dei benefici effetti dell'autotrasfusione per i loro pazienti. In più, i progressi della trapiantologia del midollo osseo hanno straordinariamente ~mpliato in questi recentissimi anni il concetto di autotrasfusione e lo hanno traslato in quello di autotrapianto, di autodonazione arricchendolo di nuovi eccezionali contenuti e signi– ficati immunologici, cui troppo poco pensa il Medico che prescrive la trasfusione 7 • 18 • 19 • A queste considerazioni se ne aggiunge un'altra potentissima, per quanto in parte irrazionale, quale il timore dell'A.I.D.S.: eppure già la sola Epatite post-trasfusionale avrebbe dovuto e dovrebbe da sola far prendere decisioni ed accorgimenti tali da limitare i rischi trasfu– sionali 18 • Troppo spesso i rischi trasfusionali (TAVOLE I, Il) sono sottovalutati, tanto che in certe condizioni sono inaccettabili, come quando vengono trasfuse piccole quantità di sangue per compensare perdite ematiche pari o inferiori alla quantità di una normale dona– zione, cioè meno del 10% del volume ematico. TAVOLA III DISTRIBUZIONE DEI PROGRAMMI DI AUTOTRASFUSIONE CON PREDEPOSITO Chirurgia ortopedica 40 % Chirurgia plastica 21 % Chirurgia cardiovascolare 6 % Chirurgia generale 5 % Chirurgia mammaria 4 % Chirurgia odontoiatrica 4 % Chirurgia ostetrica-ginecologica 3 % Donatori autologhi (gruppi rari) 3 % Altri 14 % 100 %

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