- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1987
366 Nécrologies ra permanente che era dominante sul continente, dove nessuno Sta– to era garantito da una protezione delle frontiere così efficace come il mare che circonda l'isola britannica. Mentre quest'ultima (così co– me gli Stati Uniti), grazie alla fortunata posizione geografica, aveva potuto conciliare le esigenze di sicurezza con il regime di autogover– no locale. Il modello anglosassone del selfgovernment rappresentava il punto di riferimento al quale si ispirava quando pensava all'auto– nomia regionale valdostana. Egli fonda la critica al nazionalismo sulla consapevolezza, che gli veniva dalla lettura di autori come Werner Kaegi, secondo i quali le nazioni moderne sono il prodotto dell'opera unificatrice e centra– lizzatrice del potere politico. In altri termini, è lo Stato che crea la nazione e non viceversa. L'operazione politica della fusione di Stato e nazione, che ha il suo modello nel programma giacobino, tende in– fatti a rendere omogenee tutte le comunità naturali, le culture e le tradizioni esistenti sul territorio dello Stato. Tra le due principali concezioni della nazione che si affermarono in Europa, secondo la nota distinzione che si trova nelle opere di Chabod, quella «naturalistica», «consistente nell'esaltazione del san– gue, del suolo, del popolo primigenio», che «doveva un giorno sboc– care nella sinistra follia del razzismo» e quella «volontaristica», «avversa a ogni chiusura intollerante ed esclusiva», che «postulava il fiorire delle libere patrie in una società superiore» (La dottrina del– lo Stato, p. 253), le sue preferenze andavano senza esitazioni verso la seconda. L'idolo della nazione, che era costato tanto sangue all'Europa, era infranto dopo la seconda guerra mondiale. E ciò rappresentava, a Suo avviso, la premessa per battersi per l'autonomia regionale val– dostana nell'ambito dello Stato italiano. Egli combatté i gruppi che volevano l'annessione della Valle d' Ao– sta alla Francia. È da ricordare che ricoprì la carica di prefetto di Aosta nel maggio 1945 in un momento cruciale per il destino della regione. Ma al di là di questa breve parentesi di attività politica, re– stò sempre fedele all'idea che l'autonomia regionale e la tutela dei diritti delle minoranze erano perfettamente compatibili con l' appar– tenenza della Valle d'Aosta allo Stato italiano . Come Chabod, con-
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