- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1987

Alla stazione di Aosta 71 rando «ce grand examen de progrès et de civilisation» che l'apertura della ferrovia continua a proporle. Mutamenti di varia natura e di varia entità si verificano, con ritmi temporali diversi, nella fisiono– mia della città ed i bilanci che li registrano presentano, come è natu– rale, elementi positivi ed elementi negativi. Talvolta si tratta di mutamenti di modesta portata che, tuttavia, incidono, in qualche misura, sulla vita cittadina. Nel quadro del pic– colo commercio locale, per esempio, i principali «exerçants de la vil– le» rilevano, verso la fine dell'86, una diminuzione o almeno una situazione di stasi nel «chiffre d' affaires»: troppe autorizzazioni per la vendita di vino al dettaglio sono state concesse, troppi nuovi eser– ci.zi sono stati aperti, favorendo una concorrenza disastrosa, e soprat– tutto incominciano a crollare molte illusioni «sur le mouvement qu' allait amener le chemin de fer». «Si le Bourg pleure, la Ville ne rit pas», scrive L 'Echo con accenti preoccupati: «que l'on donne un coup d' oeille mardi, les jours de foire, de grand concours et l'on verra que le soir tout est désert. Les trainards, ceux qui partaient toujours et n' arrivaien t jamais parceque après une cantine ils en trouvaient encore une autre sur leur chemin, ont maintenant disparu du Bourg surtout. Chacun d' eux empoche san billet d' aller et retour et à qua– tre heures on les voit déjà filer sur le chemin de la gare de peur de manquer le train». Gli stallaggi, un tempo pieni di muli e quindi di carrettieri (quelli che alimentavano gli affari delle osterie e delle «gar– gotes»), ora sono vuoti; senza dubbio, grazie al treno, la gente della Bassa Valle si reca più spesso ad Aosta, «mais en trois fois on dépense moins qu' au paravant en une seule»: la ferrovia incomincia veramen– te a sconvolgere molte abitudini! 28 Alcuni avvenimenti, anche se di breve durata, sono vissuti come un elemento di fastidio, di turbamento nel ritmo quieto della vita cittadina: così è accaduto nell'estate dell'86, quando un nugolo di «musiciens ambulants, opprobre de l'art, vrais assassins de la mélo– die et de l'harmonie» si è abbattuto sulla città, per poi invadere le «stazioni estive» via via che si popolavano di villeggianti. «Accor– déons, accordéons et violons, guitares délabrées, voix criardes et érail- 28 L 'Echo du Val d'Aoste, 10-12-1886.

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