- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1987
76 G . Cuaz Bonis tita di dotare la città di uno stabilimento di bagni pubblici, un grave problema preoccupa la comunità aostana fin dai primi anni successi– vi all'apertura della ferrovia: è la mancanza di una struttura logistica in grado di affrontare ed assecondare la nascente corrente del turi– smo. Già nell'estate dell'86, L'Echo aveva lanciato un grido d'allar– me: i pochi alberghi di cui la città è dotata sono insufficienti rispetto al movimento dei turisti; gli appartamenti ammobiliati sono rarissi– mi; anche i ristoranti sono in numero molto limitato. Se si vuole che la città diventi il centro di una importante colonia estiva, occorre darsi da fare: i proprietari di case preparino camere arredate sempli– cemente ma pulite, gli albergatori cerchino di aumentare la capienza dei loro alberghi, si ponga rimedio, ricorrendo a tutte le soluzioni possibili, alla «insuffisance cles logements». Ogni passo compiuto nella direzione auspicata dal foglio locale (al quale unisce la sua voce e la sua esortazione anche la Feuille) vie– ne salutato con entusiasmo; il rinnovo o l'ampliamento di una locan– da, di un dstorante, di un albergo fanno notizia: la «felice iniziativa» viene presentata dalla stampa locale con accenti di lode e di ricono– scenza ed illustrata con dovizia di particolari, soprattutto quando si tratta della trasformazione di un albergo di antica data come l'Hotel de la Couronne completamente rimesso a nuovo nell'89, o della na– scita, nello stesso anno, di un nuovo albergo come il Vittoria sul piaz– zale della stazione. La carenza·di una adeguata attrezzatura logistica permane comun– que nel corso degli anni e continua ad essere oggetto di appassionati dibattiti sulla stampa locale. Nel tentativo di trovare una soluzione all'annoso problema, il giornale L 'Alpino , allargando il discorso alla più generale esigenza di operare per «attirare i forestieri ed allettarli a fermarsi nella città di Aosta», lancia una interessante proposta: per– ché non offrire ai forestieri «abitazioni graziose, comode, nei din– torni della città, specialmente nei siti più pittoreschi e ameni, come alle falde della collina settentrionale»? Ve ne sono già alcune, «ma quante casettine disabitate potrebl;>ero essere ampliate e convertite in piccole ville geniali e simpatiche! Quante se ne potrebbero costruire di nuove!». Ne deriverebbe un considerevole vantaggio, sia per i pro– prietari, sia per il commercio locale «che vede mancarsi ogni giorno
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