- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1991

FRANCESCO TRANIELLO HECTOR PASSERIN D'ENTREVES* Quando venni invitato da mons. Careggio a nome dell'Acadé– mie Saint-Anselme a ricordare il prof. Ettore Passerin d'Entrèves ac– cettai non senza un intimo timore. Il senso di timore derivava dalla considerazione della mia personale inadeguatezza nel parlare di Et– tore (permettetemi di chiamarlo con il suo nome di battesimo come si fa di un amico fraterno) a persone, in un ambiente e in una città, a cui era legato da tanti affetti, le cui radici sprofondavano in tempi e vicende lontane, più lontane e più intime di quelle che potevano essere da me conosciute. Sentivo il mio compito come quello di un amico dell'ultima ora (un'ora della dimensione di trent'anni, ma pur sempre «ultima» rispetto all'arco di una vita umana e ai suoi miste– riosi destini), il quale pretende di raccontare ad altri amici, della pri– ma o della seconda ora, il senso di un'intera esistenza, o di presenta– re i tratti di una persona che ha fatto parte di una comunità, che non è la mia, identificandosi in essa e da essa venendone riconosciu– to come uno dei «suoi» figli, e dei suoi figli migliori. Che potevo di– re io di Ettore che già._ non fosse noto e pacificamente acquisito dai suoi innumerevoli amici valdostani, e a quale titolo potevo io assu– mermi questa gravosa responsabilità? Le ragioni che mi hanno in– dotto ad accettare hanno tuttavia prevalso. Non solo ragioni di cor– tesia nei riguardi di un invito tanto gentile e che mi onora, o ragioni di devozione personale alla sua memoria. Tali ragioni sono anche al– tre. Il fatto che mi si chiedeva di parlare di Ettore come cultore di * Commemorazione tenuta all'Accademia di S. Anselmo il25 novembre 1990.

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