- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1991

20 Francesco Traniello ni: .non può adattarsi alla forma storica attuale del comunismo, ma non rifiuta il lievito rivoluzionario che deve suscitare una società nuova. La cosa che mi separa di più da lui è il suo «laicismo». Per lui soltanto la «politica» libera, soltanto lo «Stato». Per me la vera politi– ca solleva l'uomo al di sopra del «particulare» caro al Guicciardini: su un piano diverso e più elevato agisce la Chiesa, simbolo terreno di valori eterni. Coelestis urbs Jerusalem, beata pacis visio». Ecco: in questo ritrovarsi con un uomo conosciuto sin dai tempi della comu– ne frequentazione del liceo Alfieri, e poi ritrovato come compagno di università; in questa amicizia, destinata a durare nel tempo e a rinsaldarsi nella comune passione politico-civile, nel comune «me– stiere» di studiosi di storia, con un uomo dalle convinzioni diverse, eppure sentito come vicino e simile per la condivisione di una spe– ranza verso una «società nuova», che in Venturi assumeva i tratti di una passione rivoluzionaria, in Ettore quelli di una palingenesi su base personalista e religiosa, in Venturi portava il segno di un razionalismo illuministico, in Ettore la traccia del grande pensiero romantico di matrice cristiana, non è difficile scorgere un altro trat– to inconfondibile della personalità di Ettore: quel suo vivere al cen– tro di una fitta e intensa rete di amicizie costantemente alimentate da una singolare capacità e volontà di dialogo, di tolleranza e di condivisione, al centro, potremmo dire, di rapporti tanto più inten– si in quanto informali, che assumerà poi il valore di una lezione sto– riografica oltre che umana. Ed è altrettanto facile scorgere in quelle sommarie annotazioni il presentimento e l'abbozzo di due diversi, ma non in sé opposti o conflittuali, itinerari di studiosi destinati a svolgere, ciascuno per la propria parte e nei propri modi, un ruolo di primo piano nel panorama culturale e storiografico dei successivi decenni. Ma a quel diario di un patriota valdostano, che occorrerebbe ri- . leggere per intero, è affidata un'infinità di altri spunti dai quali giunge a riverberarsi molta luce sui grandi motivi ispiratori del lavo– ro di Ettore come storico. Ne colgo soltanto alcuni. Il primo riguar– da la lettura, partecipata e realistica insieme, della vicenda successiva all'8 settembre, vista dal punto di osservazione valdostano ma colta con singolare lucidità nella sua portata di tragedia nazionale: dove le

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