- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1991
Hector Passerin d'Entrèves 21 riflessioni dell'autore si muovono tra due contrastanti tensioni: da un . lato la denuncia della colpevole dismissione di responsabilità, della fuga dai propri doveri, da parte degli uomini destinati al co– mando, o almeno della loro passività, vista come ragione primaria della catastrofe sopravvenuta, il senso di un «tradimento» venuto, per cosl dire dall'alto; ma dall'altra parte l'angoscioso interrogativo sulla reale capacità di reazione di un intero popolo frustrato moralmente dal fascismo e sulle terribili conseguenze e i costi umani di una eventuale azione insurrezionale di massa: «Ma se i generali non avessero tradito, se i Comandanti di Presidio avessero dato retta ai gruppi politici che predicavano la resistenza, che cosa sarebbe suc– cesso? Era davvero possibile che l'intero popolo mortificato spiri– tualmente dall'oppressione fascista e dalla guerra, prostrato mate– rialmente dai bombardamenti dei futuri "alleati" e sopratutto diso– rientato fra eventi tanto più vasti, complessi e inafferrabili per la massa, vivesse davvero una fede, una passione rivoluzionaria? Poteva forse viverla dopo una "resa senza condizione" che pareva condanna– re non soltanto un regime, ma tutto un popolo? La domanda può apparire offensiva per gli operai di Torino, per i contadini della re– gione di Cuneo che già nascondevano uomini ed armi: ma vale per la generalità. E chi avrebbe aiutato quel popolo infelicissimo, se fos– se insorto veramente?». Individuazione impietosa delle responsabi– lità dei dirigenti, ma nessuna concessione ad una rappresentazione mitologica dei fatti, ad una lettura semplificatrice ed esaltata della realtà, senso della complessità delle cose e della varietà delle circo– stanz_e, valutazione dei possibili costi umani, rilievo dato all'impor– tanza decisiva delle predisposizioni morali collettive: tutto questo è dato leggere in filigrana nell'immagine che appena all'indomani de– gli eventi Ettore tentava di fornire senza ipocriti o interessati pregiu– dizi di natura ideologica, e dove lo spirito dello storico interessato alla penetrazione globale e non parziale o faziosa della realtà, quasi veniva a sovrapporsi o almeno ad accompagnare la dedizione totale del militante. Di questa capacità di guardare con l'occhio illuminato dalla pietas, da una volontà di comprensione degli aspetti di con– traddizione presenti anche nella propria storia, pur appassionata– mente vissuta sul piano personale, di questo saper distinguere, nel
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=