- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1991
22 Francesco Traniello giudizio, tra le ragioni proprie e quelle degli altri, troviamo altre tracce nella valutazione dei rapporti tra la resistenza e le popolazio– ni: «Bisogna riconoscere che i partigiani erano per la popolazione un vero flagello: anche a prescindere dai forzati prelevamenti di viveri e di bestiame con pagamento a un valore nominale (il famoso "prezzo d'ammasso") essi attiravano sui poveri valligiani ogni sorta di guai, tanto maggiori quanto più notevoli erano le loro imprese di sabo– taggio, o gli attacchi ai presidi nazi-fascisti. Senza dubbio tutto ciò, almeno da noi, pesò sulle sorti del movimento, e se da un lato con– tribui ad affinare nel sacrificio, le coscienze dei "pochi eletti", ap– profondi d'altra parte il solco fra gli "idealisti" e la massa. Gli orga– nizzatori finirono per fare, sopratutto nel disastroso autunno (del 1944) una tragica figura di donChisciotte». Il secondo spunto, che val la pena di rilevare, riguarda il profi– larsi delle linee lungo le quali si situava sin da allora la passione «au– tonomistica» di Ettore, preludio evidente non solo della sua succes– siva e ben nota partecipazione alla vicenda valdostana dell'immedia– to dopoguerra; ma direi anche premessa ideale di tutta la sua produ– zione storica su argomenti valdostani, autonomistici e federalisti. Anche qui colpisce l'attenzione al senso profondo della complessità, della molteplicità delle facce del reale che si accompagna, viceversa, alla nettezza dei moventi e degli impulsi personali. Accanto al senso di ammirazione sincera, che si spinge sino ad un'esplicita sebbene non incondizionata adesione, al movimento autonomistico e ai suoi uomini migliori, fa spicco la precisione di un giudizio mai unilatera– le, sempre vigilato e pacato: «l.:autonomismo è sempre bifronte: guarda al passato e all'avvenire, è rivoluzionario e reazionario. Nella loro visione (degli autonomisti) c'è un po' di provincialismo e una punta di nazionalismo. Se appaiono un po' fanatici, è che reagisco– no al nazionalismo livellatore dei fascisti. È gente di solida cultura, e sopratutto di gran carattere (... ). Chanoux è il solo che pone chiara– mente il problema dell'autonomismo su un piano universale: dalla comunità di valle, di officina, di villaggio si passa alla federazione dei popoli europei. Per questo mi sento vicino a lui: mentre non condivido invece affatto certa sua diffidenza per l'avvenire italiano della nostra valle. In questo egli sente, pur essendo giovane, come
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