- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1991

28 Francesco Traniello zione la vita delle «piccole patrie» e quella delle patrie più grandi, dello stato nazionale e della comunità internazionale. Anche da que– sto punto di vista furono gli anni della guerra, della resistenza e dell'esilio quelli che fornirono ad Ettore gli impulsi più forti, direi quasi i materiali spirituali e culturali con i quali avrebbe collaborato a suo modo alla costruzione di una grande casa europea, capace di contenere senza schiacciarle le piccole case dalle quali ciascuno di noi muove i suoi passi verso il mondo. Vorrei concludere rivolgendo un ringraziamento non convenzio– nale all'Académie Saint-Anselme per aver voluto ricordare pubblica– mente il suo ex-presidente, e non solo, io credo, ai cittadini valda– stani. I..:opera e il ricordo lasciato da Ettore sono di quelli che non si prestano, per la loro stessa natura, alle chiassose celebrazioni: mi sembra giusto che un uomo, uno studioso, che ha evitato in tutti i modi le luci della ribalta, sia ricordato dopo la sua scomparsa secon– do lo stesso stile che aveva impresso alla sua esistenza: uno stile di ri– servatezza, che affidava alla forza delle cose dette e scritte, e non al clamore della voce o all'esibizione intellettuale, la durata del suo pensiero. Il modo più consono per onorare un uomo come Ettore che trascorse tanta parte della sua vita nel silenzio, dello studio, del– la riflessione e della preghiera, è forse proprio quello di ricordarlo nel silenzio.

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