- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1991
Il chiostro della Cattedrale di Aosta 375 Sulla base dei dati raccolti grazie alle analisi chimiche, si è potu– to procedere alle prime puliture, che hanno necessitato della messa a punto di tecniche specifiche vista la sensibilità dei litotipi all'acqua. Infatti, se per il bardiglio si è potuto impiegare un metodo larga– mente conosciuto e sperimentato,? per gesso e calcare dolomitico l'uso di soluzioni acquose si è dimostrato, in fase sperimentale, dan– noso per l'integrità dei materiali e dunque inapplicabile. Si è quindi optato per metodi di pulitura meccanici quali la microsabbiatura o la sabbiatura di precisione a bassa pressione. Analogamente, i meto– di di consolidamento e di stuccatura hanno richiesto tecniche e ma– teriali differenziati per ognuno dei litotipi. 8 Una menzione particolare merita la stuccatura del calcare dolo– mitico usato per gli archi: questo tipo di pietra ha una genesi sedi– mentaria, si è formato cioè per deposito di calcare attorno a mate– riali organici come fogliame, sterpi o ramaglie che in seguito si sono decomposti, lasciando alla pietra una struttura alveolare molto aper– ta. Nella pietra in esame, queste cavernosità si sono in seguito riem– pite, probabilmente a causa di modificazioni tettoniche, con sabbia dolomitica trattenutavi da un sottile «guscio» calcareo. Durante l'estrazione e la lavorazione da parte degli scultori quattrocenteschi, alcune di queste cavità si erano svuotate ed erano state stuccate con una malta di colore appropriato per evitare un aspetto eccessiva– mente alveolare. Fra la costruzione del chiostro ed il nostro inter– vento, molte altre cavità si erano svuotate a causa del deterioramen– to della pietra. Sulla base delle stuccature d'origine ritrovate, si è cre– duto opportuno stuccare anche le cavità formatesi, contando cosl di interpretare correttamente le volontà estetiche e conservative degli artigiani che ci hanno preceduto. La pulitura, il consolidamento e la stuccatura hanno permesso di recuperare quella parte dell'unità dell'opera non ancora compro- 7 MoRA P., MoRA SBORDONI L., Metodologia per la rimozione di incrostazioni su pietre calcaree e su dipinti murali, in Problemi di conservazione, Ed. Compositori, Bolo– gna 1973, p. 339-344. sI lavori sono stati eseguiti dalla CO.RE snc di A. GRUAZ E S. PULGA. Per mag– giori ragguagli tecnici cf. n° 5 (op.cit.).
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