- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1991
446 Carlo Fiore Come nella conoscenza storica non può essere eliminato l'ap– porto soggettivo della personalità dello studioso, cosl nelle fonti le notizie sono raccolte e filtrate attraverso la personalità degli autori dei documenti. Questi non sono uno specchio obiettivo della realtà storica, ma ne costitùiscono già un'interpretazione. Il «dato di fatto» puro non può giungere sino a noi attraverso il veicolo di un documento rimanendo incontaminato, senza essere interpretato, né assimilato in un nuovo contesto. Quando ci si ren– de conto della insufficienza della pura e semplice «storia dei fatti», di quella che polemicamente si suole chiamare «histoire historisan– te», «histoire événementielle», svanisce la possibilità di una cono– scenza storica obiettiva. La problematica personale dello storico, il suo impegno di uomo di cultura e di azione, la ricchezza della sua esperienza di vita e la forza della sua tensione spirituale non vanno considerati come ele– menti soggettivi che impediscono il rigore del giudizio critico ma, al contrario, come stimoli per una più approfondita enucleazione del ricco contenuto umano delle fonti. Arricchendosi la cultur;,t e l'umanità dello storico, nuove fonti prima trascurate sono utilizzate, oppure si scoprono nuove possibi– lità di tecniche per l'esame più approfondito di documenti già am– piamente sfruttati. Lincremento della conoscenza storica e la sua stessa validità dipendono dalla ricchezza e dalla profondità delle do– mande che lo storico sa porre alle fonti. La prima e fondamentale virtù dello storico è la ricchezza di cul– tura e di umanità, attraverso cui soltanto è possibile «comprendere» il passato umano. «Comprendere»: («non fiere, non indignari, sed intelligere» afferma Spinoza): la parola stessa richiama subito un'al– tra virtù caratteristica dello storico: quella di saper superare l'ego– centrismo, di mettersi nei panni degli altri, di intenderne le ragioni, di condividerne i sentimenti, di coglierne le particolarità appunto in ciò che hanno di «diverso». È dovere dello storico l'evitare - come diceva Vietar Cousin - di «solliciter doucement les textes», proprio per non far dire loro ciò che essi neppur lontanamente adombrano, né possono far supporre.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=