- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1991
456 Bibliographie elementi tratti dall'agiografia, dal– l'iconografia e addirittura dalla sto– ria del culto. I.: opera si presenta co– sl non solo come un utilissimo e comodo Catalogo, strumento indi– spensabile di consultazione e di la– voro, ma come un autentico Re– pertorio scientifico, un'opera stori– ca d'indubbio valore a cui il ricer– catore, lo studioso, l'erudito locale, dovranno d'ora innanzi fare pun– tuale riferimento. Anche se l'impostazione perma– ne rigorosamente scientifica, l'ope– ra vuole essere, come è stato detto, un agile strumento di lavoro di ti– po pertanto divulgativo. Per questo l'Autore l'ha saggia– mente strutturata attraverso una appropriata ma facile schedatura, seguendo identici criteri per la se– gnalazione dei singoli edifici: alla foto della cappella, fanno riscontro la menzione del titolare, l'ubicazio– ne geografica, i cenni storici, la de– scrizione vera e propria (con parti– colare riferimento agli elementi d'arte), lo stato attuale del com– plesso. Ne scaturisce un insieme in– credibilmente vario e ricco di noti– zie, un corpus unico nel suo genere, che viene ad affiancarsi con onore ad altri celebri repertori ecclesiastici anche se di diverso tipo, come quelli di P. -E. Due, di Mons. E. Brunod, di A. M. Careggio, che hanno reso e continuano a rendere servizi incalcolabili alla storia eccle- siastica ed alla cultura valdostana tout-court. Gli «addetti ai lavori», e gli eruditi locali lo sanno molto be– ne! In un'ampia Introduzione, che raccomandiamo attentamente al lettore, il Domaine, oltre ad espor– re i criteri dell'opera, offre un qua– dro paesaggistico e storico-statisti– co complessivo di notevole interes– se, che si arricchisce qua e là di spunti folcloristici curiosi e addirit– tura poetici: una calda rievocazione della vita d'«antan» nel villaggio ti– pico valdostano, dove la cappella ha rappresentato per secoli non sol– tanto un punto di riferimento reli– gioso, ma anche civile, trasforman– dosi talora nel centro amministrati– vo della rispettiva «communauté». La cappella, come un tempo il mulino, il forno, la scuola... , rima– ne oggi ancora il simbolo della so– pravvivenza di quella vita comuni– taria che ha caratterizzato la società rurale valdostana attraverso i secoli. Un «monumento» quindi da ri– spettare e da conservare, anche da un punto di vista storico-sociale. Evidentemente rimane peculiare l'interesse religioso; testimonianze preziose della fede dei nostri padri, le innumerevoli, bianche cappelle della nostra diocesi, servano, come auspica Mons. Vescovo nella sua prefazione, «ad accrescere la fede della generazione presente e a sti– molare quella delle generazioni fu– ture». Lino Colliard
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