- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1991

60 Gian Giacomo Fissore approfondimento ancor oggi non concluso. Ma qui mi interessa sot– tolineare il contesto politico entro cui la vicenda intellettuale si svol– se, e da cui certamente ricevette impulsi e stimoli non secondari: se da un lato, certo, il Mabillon dovette essere mosso dall'amore e in difesa del prestigio dell'istituzione monastica in cui viveva, e che si gloriava di conservare i più antichi documenti concernenti il potere regio in Francia, dall'altro è certo significativo che questo potere fos– se rappresentato da Luigi XIV; e che le sue mire espansionistiche verso i Paesi Bassi, in cui viveva il Van Papenbrock, fossero una delle componenti basilari della politica del Re Sole. Cosl, una disputa tecnica fra dotti, nel condannare o esaltare la verità storica di alcuni diplomi del VII e VIII secolo, si trovava a mettere in discussione, in qualche misura, le radici di legittimità di un potere monarchico al suo apogeo espansionistico. Una situazione, questa, clamorosa solo per le forze in campo, ma in sé tutt'altro che eccezionale: vedere nei documenti antichi la solida e indefettibile base giuridica per la legit– timazione di un potere era un modello culturale già consolidato nel– la precedente età medievale. Gli esempi sarebbero infiniti: mi limi– terò a citare un caso che ho studiato di recente, quello della Novale– sa.S La comunità monastica novaliciense, dopo un'assenza quasi se– colare in seguito alla distruzione saracena, nel tentativo di ripristina– re possessi e domini su un patrimonio vasto e ormai disperso, svi– luppò un complesso discorso ideologico-giuridico che vide il suo culmine nella composizione del Chronicon Novaliciense: in esso un ruolo rilevante assumono i documenti del ricostituito archivio della Novalesa, ripristinato grazie ad originali, copie e falsificazioni, ma anche con la ricerca ossessiva di testimonianze di una tradizione che doveva fortificare e legittimare le pretese di egemonia in atto: tanto che l'anonimo Cronista giunse a interpretare fin l'arco di Augusto a Susa come sede di un'iscrizione legata al fondatore della Novalesa, in uno sforzo - di evidenza davvero drammatica - per fissare in modo indelebile i termini «antichi» di un progetto tutto moderno. 5 G.G.FISSORE, I monasteri subalpini e la strategia del documento scritto, in Dal Piemonte all'Europa: esperienze monastiche nella società medioevale, Relazioni e comuni– cazioni presentate al XXXIV Congresso storico subalpino (Torino, 27-29 maggio 1985), Torino 1988, p. 87 sgg.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=