- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1991
L'edizione critica delle fonti storiche 61 Questa connotazione fortemente ideologizzante del rapporto con le fonti, l'abbiamo detto poco sopra, dal medioevo passa all'età moderna e raggiunge con il periodo napoleonico uno dei suoi punti cruciali. Infatti, dopo il crollo di Napoleone, sia le incerte dinastie di ritorno (nello sforzo congiunto di restaurazione e rilegittimazio– ne), sia i nazionalismi rinfocolati dalle pretese egemoniche francesi (in una ricerca per trovare nell'autoctono passato le radici dei pro– getti politici moderni), operano in consonanza nella grande rivalu– tazione delle fonti e nella loro diffusione nel mondo dei dotti attra– verso le edizioni a stampa. Non certo a caso, sorgono proprio in questo periodo postnapo– leonico alcune istituzioni culturali esplicitamente finalizzate all'edi– zione di documenti; ne citerò solo due, ad esemplificazione del di– scorso precedente. Nel 1816 nasce la gloriosa Società per l'edizione dei Monumenta Germaniae Historicé il cui orientamento nazionale è già tutto espresso nel titolo della collana; e, in un orizzonte decisa– mente più limitato, nel 1833 Carlo Alberto fonda la Deputazione Subalpina di Storia Patria, con l'esplicita finalità di produrre un Co– dice diplomatico degli stati del Re e con la chiara enunciazione dell'utilità politica che deriverà dalla conoscenza degli antichi docu– menti «dai quali solo si imparano a conoscere con certezza i veri principi pe' i quali governansi le cose dello stato».? Due casi esemplari di attribuzione di funzioni politico-istituzio– nali alle fonti, tanto sul fronte delle restaurazioni quanto di quello delle innovazioni liberai-nazionali. Ma per restare solo all'Italia, nei decenni tra il '50 e 1'80 del secolo, sull'onda degli entusiasmi risor– gimentali e delle prime vicende unitarie, fu tutto un fiorire di So– cietà locali di Storia Patria, spesso in fiera concorrenza e opposizione rispetto ai tentativi di centralizzazione sabauda. 8 6 Cfr. H. BRESSLAU, Geschichte der Monumenta Germaniae historica in Auftrage ihrerZentraldirektion, Hannover 1921, soprattutto pp. 400-403,499-501. 7 Cfr. G. TABACCO, Erudizione e storia di monasteri in Piemonte, in <<Rivista di Storia della Chiesa in Italia>>, XXI (1967), p. 199. B Cfr. G.G.FISSORE, Quintino Sella e il «Codex Astensis», in Quintino Sella tra po– litica e cultura, 1827-1884, Atti del Convegno Nazionale di Studi, Torino 24-26 otto– bre 1984, Torino 1986, pp. 232-235 e note relative per la bibliografia.
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