- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1991
68 Gian Giacomo Fissore nell'ambito delle vicende che possono aver modificato, nell'uso, la comprensibilità e il significato stesso dei testi. Come res gesta il do– cumento perde infatti ogni residua «oggettività» o «estraneità» ri– spetto al tessuto generale della storia. Dal fatto di considerarlo un evento fra gli eventi emerge con grande rilievo una contestualità non solo interna al soggetto, al documento cioè in quanto categoria, ma bensl anche una contestualità esterna e generale entro cui non è più lecito pensarlo come categoria assoluta e autonoma. Con ciò non si vuol dire che il documento scritto debba perdere ogni specificità, per disperdersi in un pulviscolo indistinto di mate– riali eterogenei. Si tratta semmai di ripensare il rifiuto di una gerar– chia delle fonti quale è emersa dalla «rivoluzione documentaria» di cui abbiamo parlato poco sopra: intendendola cioè non come mero azzeramento e livellamento, bensl come negazione di un'organizza– zione rigidamente piramidale, in cui autorità e prestigio derivino automaticamente dalla posizione delle fonti in una qualsiasi scala gerarchica. A questo modello occorre sostituire forse quello del reti– colo del contesto: le fonti scritte devono collocarsi in una contestua– lità più ampia, comprendente altre categorie di fonti, in una rete di collegamenti ed interazioni ancora - se vogliamo - da definire a li– vello disciplinare, ma che trova un suo convincente - almeno per me - referente nell'approccio che i più sensibili tra gli studiosi e operatori nel campo dei beni culturali (che è poi solo un altro modo per definire le fonti!) stanno adottando nell'ambito dello studio e della tutela. In questo caso, l'operazione teoretica si basa sul concet– to di «ambiente», che risulta una chiave interpretativa puntuale ed efficace: un concetto cioè di rapporti e interrelazioni globali che fan– no di un territorio (in particolare di un territorio come quello italia– no, su cui si sono stratificati millenni di attività umana, entro cui è davvero impossibile sceverare una «natura intatta e selvaggia» dall'intervento comunque culturalmente significativo dell'uomo). un'entità da analizzare e salvaguardare nella sua integrità. 24 24 Cfr. A. EMILIANI, Dall'ambiente al museo, in AA.VV ., Capire l1talia. Ilpatrimo– nio storico artistico, Touring Club Italiano, Milano 1979, p. 8 sgg.
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