- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994
128 Augusta Vittoria Cerutti nella valle di Zermatt, sul ghiacciaio di Zmut dal quale si può risalire il ghiacciaio del Teodulo e raggiungere il colle omonimo. Sono i vali– chi attraverso i quali passano oggi le altevie percorse dagli appassio– nati di sci-alpinismo, atleti a tutto campo della montagna altissima. Ma come immaginare lassù carovane commerciali in transito? Eppu– re nel 1543 Sebastiano Munster, cosmografo svizzero scrive «Da Sion la strada porta alla Valpellina attraverso il passo di Arolla» 14 cioè il Col Collon di 3117 meùi. Nel 1538, Egidio Tachudi, l'iniziatore della cartografia alpina, annota «Dal Gletscher (colle del Teodulo) è possibile raggiungere due vallate dalla parte del Vallese: quella di sinistra è La Valle d'Herens che porta direttamente a Sion». 15 Ma, aggiungiamo noi, il valico che dalla pista che scende dal Teodulo dà accesso alla Val d'Heren e a Sion è il col D'Herens, di 3462 metri! D'altro canto risulta dai documenti dell'archivio di Evolène 16 che nel medioevo sul mercato di Aosta vi era un posto fisso per la gente della valle d'Herens (Le Marché d'Herens) così come gli aostani ne avevano uno ad Evolène e risulta anche che nel villaggio Prarayé, alla testata della valle di Bionaz, alla quota di 2005 metri si tenevano importanti fiere di bestiame a cui convenivano con i loro bovini quelli di Evolène attraverso i colli Collon (m 3117) e cles Bouquetins (m 3357), quelli della Valtournenche attraverso il colle di Valcornera (m 3066) e quelli di Torgnon attraverso il colle di Chavacour (m 2965). 8. I traffici attraverso il colle del Teodulo e del Gigante Il colle del Teodulo si apre a 3300 metri alla base della piramide del Cervino ed è costituito dalla sella di trasfluenza glaciale fra il ghiacciaio del Teodulo sul versante svizzero e quello della Valtour- 14 S. MUNSTER, Cosmographia universalis, Basilea 1543, citato in ALIPANDRI (L e G)- POMELLA (M), Le grandi Alpi nella cartografia dei secoli passati, Ivrea 1974, p. 223. 15 E. TSCHUDI, Gallia Conata, Basilea 1538, citato in ALIPRANDI e POMELLA, op. cit., p. 258. 16 A.J. DE RIVAZ, Colletion diplomatique, inizio secolo XIX; 18 volumi manoscrit– ti di trascrizioni di documenti medioevali del Vallese. Sono conservati negli archivi cantonali di Sion. Citati da MONTERIN, op.cit., 1987, Vol. Il, p. 330 e da RIZZI, Storia dei Walser, Anzola d'Ossola 1992, p. 234.
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