- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994
144 Augusta Vittoria Cerutti pagine precedenti abbiamo passato in rassegna: dalla epopea vichinga alla frequentazione degli altissimi passi delle Alpi Pennine ora glacia– lizzati. Essa poi ci attesta le conseguenze dell'instaurarsi, nella secon– da metà del secolo XVI della fase fredda chiamata «Piccola Età Gla– ciale». Mentre i limiti climatici delle nevi perenni si abbassavano di varie centinaia di metri sospingendo a valle anche quelli dei pascoli, dei boschi e dei coltivi e riducendo grandemente le risorse alimentari su cui poteva contare la popolazione, i grandi ghiacciai scendevano verso i fondovalli e li sbarravano con le loro gigantesche lingue valli– ve. Delle grandi espansioni del secolo XVII abbiamo alcune descri– zioni e ci restano sul terreno i grandi apparati morenici, soprattutto nella valle di Chamonix. Delle espansioni del secolo XIX, che sul ver– sante italiano furono superiori a quelle del '600, non solo ci sono pervenuti pressoché intatti e riconoscibilissimi gli apparati morenici ma anche una ricchissima documentazione iconografica che va dai disegni dei paesaggi glaciali ai rilievi topografici. 43 Oggi le fronti dei grandi ghiacciai vallivi si trovano a 1500, 2000 metri a monte delle marene frontali del secolo scorso. Si tratta delle conseguenze della fase climatica «temperata» instauratasi dopo il 1860 la quale pur con significative oscillazioni, regola il clima di que– sti ultimi centotrenta anni. 43 I ghiacciai del Monte Bianco sono ritratti nella loro massima espansione storica attuatasi fra il 1815 e il 1820 nell'opera di G. LORY, Voyage pittoresque dans la vallée du Chamouni et autour de Mont Blanc, Parigi 1826, d'Ostervald. Della fine del sec. XVIII, sono i disegni dei ghiacciai alpini che appaiono nell'ope– ra di H.B. DE SAUSSURE, Voyages dans /es Alpes, Neuchiìrel (1778-1796), 4 Volumi; nonché i disegni di J .A. LINCK, realizzati attorno al 1790. I ghiacciai del Monte Rosa compaiono nell'apre di L.F. WELDEN, Der Monte Rosa, Vienna 1824. L'espansione dei ghiacciai valdostani nel decennio 1850-1860 è documentata in diversi disegni raccolti nel volume di E. AUBERT, La Vallée d'Aoste, 1860. Molti dei disegni citati ed altri di grande interesse glaciologico sono raccolti nel bellissimo volume di A. PEYROT, La Valle d'Aosta nei secoli: vedute dal IV al XIX secolo, T orino 1972. Importantissime documen– tazioni cartografiche dell'espansione glaciale della metà del XIX secolo sono: Carta topograftca degli stati di S.M. Sarda in terraferma l150.000, T orino 1851. Carta topog~·a ftca della Svizzera 11100.000, Ginevra 1860. Massifdu Mont Blanc 1140.000 di Mieulet, Parigi 1865. The italian valley ofthe Pennine alps di S.W. KING, 1856.
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