- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994

180 Bruno Orlandoni indecisi. Fuggito da Perpignano dove aveva osato contrapporsi, pur timidamente, a Benedetto XIII, svernava in Savoia, incerto se rag– giungere Pisa. Secondo Bonifacio Ferrer, generale dei Certosini e fratello di San Vincenzo Ferrer, i padri conciliari pisani, per tirare Antonio dalla loro parte gli avrebbero spedito una lettera ambiguamente adulatoria: «Domine ... vos scitis quod una pars istorum Cardinalium qui sunt in Pisis sunt Italiani et alia Gallici; ... Sed vos qui estis gratus omni- bus ... et non estis nec italicus piane, nec gallicus, sed medius inter eos ... ». 1 Bonifacio Ferrer era testimone di parte, decisamente avverso ad Antonio che odiava e il Vesan riportando questi fatti sottolinea giustamente come oggi non esista più prova documentale di quella lettera. Ciò che interessa è però il fatto che, scrivendo Bonifacio verso il 141O, il pensiero che esprime è sicuramente un pensiero corrente all'epoca: Antonio di Challant, per la sua nascita valdostana non era «nec italicus ... nec gallicus, sed medius imer eos». Né italiano né francese ma a metà; nec citra nec ultra sed-infra. È quanto mai significativo che quella che possiamo considerare se non la prima teorizzazione almeno la prima presa d'atto dello specifi– co «intramontanismo» della situazione valdostana sia documentata proprio nel 141O, nel cuore di quell'età dell'oro della storia e dell'arte alpina occidentale che è il regno - prima comitato poi ducato - di Amedeo VIII di Savoia. Che le grandi fioriture artistiche abbiano sempre fondamento profondo - nel bene e nel male - nelle vicende più varie della storia e della politica è cosa ormai accettata dai più. E come il ruolo storico– politico di Antonio di Challant, così quello di Amedeo, chiariscono i motivi primi di una fioritura che fu sicuramente di prim'ordine. La Savoia- e con .essa la Valle d'Aosta- di fatto al cento dell'Eu– ropa politica del tempo, era veramente quel «carrefour» che oggi 1 V. S. VESAN, Le CardinalAntoine de Challant, in BASA XIX, Aoste 1905, p. 357.

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