- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994
Arte e architettura in Valle d'Aosta dalla riforma alla restaurazione 187 opporre a queste presenze calviniste in una vera e propria guerra di slogan. 17 La scelta di procedere ad una visita pastorale di tutta la diocesi– la prima dopo quelle di Moriset del 1414-1421 - appare quindi come una sorta di necessità, e significativo è il fatto che, a compierla, il vescovo Bobba avesse delegato nel 1567 quello stesso monsignor Girolamo Ferragatta che nel 1562 aveva compiuto la visita di tutta l'archidiocesi di Milano su incarico di Carlo Borromeo. La riforma e la successiva controriforma dovevano quindi incide– re sulla vita della Valle in tutti i settori e specificamente in quelli arti– stici. Nel Sinodo del giugno 1564 il vescovo Bobba «proibiva che venissero dipinte immagini sacre in chiesa o in altri luoghi pii senza il suo permesso, perché non succedesse più di vedere figure cori atteg– giamenti ispiranti tutt'altro che devozione». 18 Era, in un certo senso, la prima risposta ufficiale alle obiezioni rivolte da Zwingli - nel trattato di Carlostadio del 1524 - alla stra– bordante sensualità profana dell'iconografia tardogotica. E non si può non pensare ad opere come la Sant'Agata di Saint– Nicolas o come il languido San Sebastiano di Nus - oggi entrambi nel tesoro della Cattedrale di Aosta - autentiche perle superstiti di quella sterminata falange di icone «gotico-floride» che la contro– riforma avrebbe poi con troppa frequenza fatto sparire perché «inde– centes». L'architettura: 1536-1650 Quello stesso anno 1536 che segna almeno simbolicamente il momento chiave del collasso dei linguaggi di matrice gotica segna 17 Sulle scritte di Issogne v. P. GIACOSA, IL Castello di Issogne, Verona 1968. 18 V. R. BORELLI, L 'attività pastorale e rifonnatrice del cardinale Mare' Antonio Bobba, vescovo di Aosta, in BASA XL, Aoste 1963 p. 57.
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