- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994

194 Bruno Orlandoni lathomus Vullencus Lestey la chiesa è oggi perduta. È però descritta nel contratto citato dal Duc. 38 Sappiamo che doveva essere un edificio a navata unica di l O tese di lunghezza per 5 di larghezza, chiuso al fondo da una tribuna qua– drata. Purtroppo non possediamo dati sull'altezza della costruzione, tut– tavia la tipologia che se ne può approssimativamente dedurre ricorda i solidi volumi delle chiese tardoquattrocentesche della Valle, come Challant, Antey, Moron. Alla stessa tipologia doveva appartenere anche la coeva chiesa di Champorcher, interamente ricostruita dopo il 1532 in seguito all'or– dine di monsignor Gazino del 1528. Rimodernata da Giovanni Ferro il giovane nel 1728 e arricchita di due navate minori nel 1866, la parrocchiale di Champorcher è anche essa almeno parzialmente ricostruibile nell'assetto cinquecen– tesco a partire dai lavori compiuti dal Ferro. 39 Il contratto del 1728 prevedeva un allungamento «au devant de la grande porte», l'innalzamento del coro, la costruzione di una sagrestia, la ricostruzione integrale del campanile, la sistemazione di un nuovo portale in pietra da taglio e di un portico davanti al por– tale. La parte antica dell'edificio dovrebbe quindi constare ancora oggi sostanzialmente della navata e del coro. Si può supporre al massimo l'ampliamento di una campata verso ovest, ma si deve osservare che nella struttura attuale la chiesa misura internamente poco più di 19 metri di lunghezza per quasi 9 metri e mezzo di larghezza, cioè prati– camente l O tese per 5, esattamente come la parrocchiale di Allain costruita nel 1545 da Vullencus Lestey. È verosimile che quella fosse la misura originaria della chiesa e che l'ampliamento, pur previsto dal contratto, non sia stato effettua– to, oppure sia consistito nella ricostruzione di una parte già esistente. 38 V. J.A. Due, HEA, vol. V, pp. 340-341. 39 V. R. NICCO, La Valle di Champorcher, Aosta 1986.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=