- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994
Arte e architettura in Valle d'Aosta dalla rij01ma alla restaurazione 199 punto di svolta nei linguaggi figurativi va cercato, un po' più indietro nel tempo, nella risistemazione e nella decorazione della facciata della Cattedrale di Aosta che abbiamo già detto iniziata su committenza del magister fabricae Jean Gombaudel nel 1522 e protrattasi, pare, fino al1526. La svolta è evidente soprattutto nella parte architettonica e plasti– ca della facciata. Si tratta di una svolta decisa da un'attenzione- ormai plurisecola– re - ai modi della produzione artistica di area genericamente transal– pina e più specificamente germanica, ad un'attenzione, affatto diver– sa, ai modi che dalla Lombardia si stavano diffondendo, attraverso le Valli subalpine, fino all'area del Sesia e dell'Ossola. Se un riferimento si può trovare alla sacra rappresentazione del portale della Cattedrale, alla teatralità gestuale del pianto degli apo– stoli per la dipartita della Vergine, o al pathos concentrato dell'As– sunta, questo infatti non può che cercarsi a Varallo, nei frammenti superstiti delle più antiche cappelle del Sacro Monte che sappiamo essere in corso di esecuzione tra l'ultimo decennio del '400 e i primi due decenni del nuovo secolo, ad opera di intagliatori e plasticatori spesso coordinati da Gaudenzio Ferrari. È verosimile che su questo cambiamento di tendenza abbiano influito piLI srretti rapporti con il Canavese ed Ivrea, da sempre verti– ce occidentale della penetrazione culturale lombarda in Piemonte, e si può ricordare come proprio ad Ivrea, all'inizio del '500, lavorassero orafi milanesi, come un Gian Antonio de Ansulphis, documentato nel1502. È anche verosimile che questo cambiamento sia stato favorito in buona parte dal potere locale: dal 1511, dopo oltre un secolo e mezzo di presenze autoctone o transalpine, tornano in posti di rilievo nella diocesi alti prelati piemontesi o subalpini, come i vescovi Ercole d'A– zeglio, Amedeo Berruti, Pietro Gazino, o come il Priore di Sant'Orso Gian Francesco de Rotariis, mentre anche gli Challant si orientavano verso alleanze matrimoniali di provenienza geografica diversa dal soli– to, con i portoghesi Braganza e i trentini Madruzzo. La cultura pittorica del momento in città è deducibile da poche
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