- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994

Arte e architettura in Valle d'Aosta dalla riforma alla restaurazione 209 È probabile che una futura attenta analisi delle committenze per– metta anche di definire delle vere e proprie curve di crescita e decre– scita delle diverse influenze. Per esempio sempre Renato di Challant, come un vero e proprio principe rinascimentale, faceva coniare medaglie per sé e per la figlia Isabella. Quella per Renato, di cui sono noti un originale argenteo al Cabinet cles Medailles della Biblioteca Nazionale di Parigi e due copie in stagno a Valangin e a Zurigo, è assegnata dal Gallet all'inci– sione di Pastorino da Siena. Quella di Isabella, nota in tre esemplari, due argentei, uno a Neu– chatel e l'altro a Vienna, e uno bronzeo a Vienna, è datata 1557 e fir– mata da Pier Paolo Romano. 62 La data della seconda medaglia ci riporta ormai chiaramente agli anni del Concilio di Trento e all'alleanza degli Challant coi Ma– druzzo. Giovanni Federico Madruzzo, sposo di Isabella di Challant nello stesso 1557, si faceva ritrarre da Giovanni Battista Moroni in uno straordinario ritratto oggi alla National Gallery di Washington ed è verosimile che i suoi gusti abbiano influenzato sia la moglie che il suocero. Le medaglie restano però, per ora, la più evidente e forse la più elevata presenza padana rapportabile alla Valle, anche se non è ancora dimostrato che in Valle siano veramente mai giunte. Di fatto dalla metà del secolo le presenze «lombarde» in Valle aumentavano in numero e consistenza. Allineata alle tendenze di più chiara impostazione italocentrica era, per esempio, la committenza rappresentata dalla comunità di Saint-Vincent, che si rivolgeva al piemontese Filippo Cavallazzi da 62 Sulle medaglie v. G . GALLET, Une médaille de René comte de Challant et seigneur souverain de Valangin en Suisse, in Revue Suisse de N umismatique, tome XIII, 1905 e D . de ROUGEMONT, Deux médailles des derniers seigneurs de Valangin, in «Archives héraldiques suisses», Annuaire 1983, pp. 71 -74.