- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994
Arte e architettura in Valle d'Aosta dalla riforma alla restaurazione 211 Cattedrale di Aosta. 64 Frammenti minimi e di qualità assai modesta che potrebbero però testimoniare l'impiantarsi in Valle di una certa produzione nel settore per almeno qualche decennio oltre il limite ben più glorioso segnato dalle vetrate di Giorgio di Challant e François de Prez in Cattedrale, a Sant'Orso e ad Issogne. Continue confluenze nordiche e padane, quindi, anche se, forse, spesso condizionate da precedenti e fattori aleatori e casuali. È verosi– mile che, come accadeva con frequenza, le provenienze delle infor– mazioni indicassero anche precise appartenenze politiche dei com– mittenti. Così non credo che sia casuale che le vere novità nell'ambito della pittura in Valle sul finire del '500 appaiano tutte singolarmente vici– ne tra loro sul piano linguistico e, soprattutto, siano tutte riferibili ad un nucleo di committenti fortemente omogeneo e' politicamente ben definito. Queste novità sono individuabili in quattro cicli pittorici distri– buiti cronologicamente tra gli anni '70 e la fine del secolo. I primi due cicli, entrambi di recente scoperta, sono l'affresco absidale della cappella di San Grato in via de Tillier ad Aosta e il ciclo apparso nella torre meridionale di facciata della Cattedrale, in un ambiente indivi– duabile per quello della «chapelle de Cly>>, dedicata a San Paolo. Entrambi questi cicli recano gli stemmi di alleanza delle famiglie Cly e Bosel, relativi alla coppia Jean Fabry e Lucie de Bosel. Soprattutto il secondo, meglio conservato e più leggibile, sembra databile agli anni 1576-78 e rivela la prima penetrazione in Valle di 64 Tutte le vetrate sono edite nei diversi volumi di Brunod sull'arte sacra in Valle d'Aosta. Dal momento che le opere d'arte che citerò nel prosieguo di questo saggio sono molto numerose, così come le date di fondazioni o consacrazioni di chiese o cappelle, per non appesantire l'apparato di note, non citerò più riferimenti per le opere pubblica– te nei sei volumi editi del Brunod e per le date citate dal Due nell'Histoire de l'église d'Aoste. Nel Brunod le opere d'arte sono reperibili facilmente perché distribuite con criterio geografico, così come nel Due sono facilmente reperibili le date essendo il lavo– ro organizzato secondo un criterio annalistico. Citerò in nota solo quelle opere e quegli eventi che non sono reperibili nei due lavori in questione.
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