- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994

Arte e architettura in Valle d'Aosta dalla riforma alla restaurazione 235 moreo nel 1758; doveva quindi essere tale da reggere il confronto anche con le monumentali macchine barocche che si sarebbero poi costruite un po' in tutta la Valle a partire dal 1660-70 circa. Certo doveva essere qualcosa di ben più moderno dell'altare di Riasseu. Del resto soluzioni nuove e più adeguate ai tempi cominciavano effettivamente ad apparire anche in centri minori. La cappella del castello di Quart, dalla metà del '500 proprietà della famiglia Balbis, poi dal 161Oproprietà di Nicola Coardi e infi– ne dal1612 dei Perrone, veniva interamente ricostruita e al suo inter– no, rivestito di stucchi, si modellava a stucco anche un nuovo altare. Le decorazioni sono datate 1606 e propongono finalmente solu– zioni pienamente in linea con la cultura figurativa del momento nei più avanzati centri piemontesi. 100 Per la prima volta appare un tipo di struttura che già da qualche decennio si stava diffondendo nelle valli del Piemonte nordorientale: l'altare è costituito da una grande pala dipinta; la cornice è affiancata da due erme corinzie e sormontata da un architrave coperto da un timpano; il timpano è spezzato e inquadra un secondo ordine costi– tuito da una seconda cornice, anch'essa coperta da un timpano spez– zato. In questa forma o nella più semplice soluzione ad un unico ordi– ne, questo tipo di altare doveva diffondersi subito con una certa rapi– dità in Valle, nel quadro di un fervore di opere e devozione tutto nuovo. In effetti nell'ultimo decennio del secolo non solo la classe diri– gente della Valle aveva ricominciato a rivestire ruoli primari a Corte, ma anche il clero aveva cominciato ad operare per una effettiva appli- 100 Sulla cappella è stata rintracciata la firma G. Gaburi (v. A. ZANOITO, Castelli valdostani, Aosta 1975 p. 133). Il Domaine segnala come a questo M. Giovanni Gabu– ro si accosterebbe la data del 1864 relativa forse ad un restauro della cappella (v. DOMAINE, Le cappelle della Diocesi di Aosta, Aosta 1987, p. 233). In realtà un Gaburo risulta operante in Valle già nel 1659 quando visita il forte di Bard; il farro che questo personaggio avesse anche redatto un <preventivo di spesa per le riparazioni necessarie (v. A. LANGE 1947 cir., p. 68 e nora 16) testimonia le sue competenze nel settore edile. Sui passaggi di proprietà del castello v. A. ZANOITO 1975 cit., pp. 131-134.

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