- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994
Arte e architettura in Valle d'Aosta dalla riforma alla restaurazione 249 Tutte queste opere sono assolutamente omogenee per tipologie, soluzioni formali e compositive, dati culturali e di moda, caratteri esecutivi. Lomogeneità è tale da far quasi pensare ad una sola mano, più che ad una vera e propria bottega, o almeno ad una mano princi– pale coadiuvata da mani minori di allievi e garzoni, allenati a ripetere fedelmente modi altrui. Da questo nucleo centrale di opere si può procedere a segnalare altre sculture che in diverse maniere si riferiscono più o meno diretta– mente ai primi cinque esemplari già individuati. Immediata, per esempio, è l'assegnazione alla stessa bottega- ma qui forse ad una mano diversa - della pala di Sant'Anna di Bard, datata 1622. Meno ovvia ma sempre credibile quella della Pala del Carmine di Perloz che, una volta ripulita delle spesse vernici che la ricoprono, potrebbe finire per apparire del tutto omogenea alle pale di Bard e Hone anche per modi esecutivi, essendo già fin d'ora omogenea per tipologie figurative, fisionomie, iconografia. Sempre a Perloz bisognerà prendere in esame anche la Madonna della facciata del santuario di Guardia e il gruppo del Battesimo di Cristo della parrocchiale, paragonabile ai bassorilievi sia per la struttura formale e componibile delle rocce alla base delle tre figu– re, che per la tipologia e fisionomia dell'angelo, del tutto simile a quella degli angeli della pala del Rosario di Bard. Alla Madonna di Guardia rimanda la minuscola Madonnina di Colombit, mentre al Battista del Battesimo di Perloz rimanda il Battista della parrocchiale di Bard. Alle delicate Madonne delle pale di Bard e Hone rimandano poi in diverse maniere la Madonna della cappella di Courtil, donata da Antoine Dagin nel 1623 e collegata a quattro figure di santi nella cappella di Vareine; la Madonna di Bard, pesantemente danneggiata dal crollo sotto una frana della cappella di Liéron in cui era conserva– ta, e una figura femminile di Salirod, ora al Museo parrocchiale di Saint-Vincent. Le interrelazioni tra queste opere sono complesse. Per esempio nessuna di queste sculture, nello stato in cui si trova-
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