- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994
Arte e architettura in Valle d'Aosta dalla rifomta alla restaurazione 253 osservare come, eseguito subito dopo il 1560, dovesse aver effettiva– mente costituito uno dei testi fondamentali per la formazione di Jac– ques du Boys che, per evidenti motivi cronologici (avendo egli un figlio adulto e autonomo nel 1631 e forse già nel 1623) dobbiamo collocare ancora interamente nel '500, forse negli ultimi due decenni del secolo. Quest'ultimo, della formazione sicuramente cinquecentesca di Jacques Du Boys, non è un dato marginale. È infatti un ulteriore motivo di legame del nome dei due scultori alla bottega tardomanie– rista della bassa Valle. L: autore, o almeno il progettista della nostre opere, deve per forza essersi formato nell'ambito di una cultura ancora cinquecentesca. Non solo, dal momento che a fine '500 in Italia il discorso si era già evoluto in direzioni del tutto diverse, bisognerà individuare un'area specifica del '500 transalpino in cui collocare questa forma– zwne. La Fiandra francese sembrerebbe proprio fornire un palcoscenico ideale. Terra già ricchissima e poi in fase di stagnazione crescente, dalla metà del '500 sotto il controllo politico della Spagna, agitata da una profonda crisi di identità culturale che portava, ancora in pieno '600, proprio nella costruzione del chiostro della certosa di Douai, a mescolare le forme del nuovo classicismo francese con tipologie e soluzioni squisitamente gotico-flamboyantes, in un risultato di «goti– co-barocco» che non è poi così lontano, anche se in un settore diver– so, da quello conseguito dalla bottega tardomanierista della Bassa Valle. Un ulteriore elemento mi sembra legare questa bottega ad una cultura di matrice fiamminga. Ed è la evidente predilezione dei nostri scultori per la tecnica dell'altorilievo, e in particolare per altorilievi zeppi di figure. Questi, per tutto il '400 e fino a parte del '500, erano stati, noto– riamente, il terreno d'azione privilegiato della grande scultura lignea fiamminga, esportata in tutta Europa, almeno fino alle Alpi e influente, proprio nel settore dell'altorilievo, anche sulle più avanzate e originali scuole scultoree del tempo, quali quelle tedesche.
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