- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994

262 Bruno Orlandoni cuzione dell'altare per l'oratorio di Sassiglioni di Vocca, tra il 1622 e il '24. In quegli anni Francesco doveva essere ultrasettantenne mentre da almeno un lustro era già attivo individualmente suo figlio Giovan– ni Antonio. È quindi impossibile, per ora, stabilire se l'attività di Francesco Antonio si sia protratta oltre il 1724 mentre è anche poco chiaro se e come si sia intrecciata a quella del figlio. Sta di fatto che le maniere dei d'Alberto riappaiono in Valle nel bell'altare del santuario di Gom (Ill. 28), su inflessioni che sembre– rebbero ancora quelle di Francesco Antonio e in anni che la storia del santuario, interamente ricostruito nel1727-28, sembrerebbe colloca– re verso il1728-30 . 14 1 Alla maniera del figlio, Giovanni Antonio, rimandano piuttosto le sculture dei due altari laterali di Gressoney La Trinité, databili, pare, al 1726. Tra le sculture almeno databili, se non attribuibili, bisognerà poi ricordare il bel Calvario in pietra e la grotta di San Gerolamo al san– tuario di Machaby, terminate nel 1693. Anche la Madonna in pietra per le elemosine di Guardia a Pont-Saint-Martin sembra riferibile agli stessi anni e alla stessa cultura. Tutti gli altari riferibili ai maestri valsesiani che ho citato fino ad ora appartengono a tipologie pressoché esclusivamente o almeno pre– valentemente scultoree. Si deve però registrare anche la diffusione di altari con prevalenti inserti pittorici. La tipologia della pala dipinta che in Valle aveva avuto negli anni '20 del '600, con Vincenzo Costantino, la sua prima consistente for– tuna, si sviluppa alla fine del secolo e all'inizio del '700 in grandi alta– ri a timpani spezzati sostenuti da colonne. 141 La documentazione sui d'Alberto è in parte edita in AA.W., Borgosesia 1985 Cl t.

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