- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994
270 Bruno Orlandoni Poi, dal 1811, il Broccio, coadiuvato dal giovanissimo Giuseppe Andrea Gilardi, figlio primogenito di Giovanni Battista, eseguiva uno dopo l'altro l'altare maggiore di Chezallet, gli altari di Sant'An– tonio e del Battista a Valpelline (nel1813) (111. 40), due altari minori sempre per Chezallet (nel 1814) gli altari di San Pietro a Morgex e della cappella di Combes a Introd (nel 1815), per terminare poi la sua attività in Valle con l'esecuzione, nel 1816, della cassa reliquiaria del Beato Emerico di Quart per la Cattedrale di Aosta. 159 Al di là del monotono elenco delle opere, in realtà, le diverse per– sonalità dei Gilardi segnano in maniera chiara le tappe dell' evoluzio– ne artistica in Valle per tutto il XVIII secolo. Se Giuseppe il vecchio si inserisce pienamente, con l'altare mag– giore di Issime, nel corso dei Bertola, Mainoldo, Guala Molino, Serra a testimoniare la maggior fioritura del barocco, il Giovanni (o Giu– seppe) degli altari di Challant, Champorcher e Gaby segna una deli– cata fase di transizione, attorno al 1740, verso quel Rococò che tro– verà in Giovanni Battista Gilardi e poi in suo figlio Giuseppe Anto– nio, dal 1750-60 in avanti, i più costanti interpreti, mentre tra il 1790 e il 1815 Giovanni Battista Gilardi il giovane e il suo socio Giuseppe Antonio Broccio segnano una strana fase tarda di neoba– rocco eclettico che prelude a quella lunga serie di revivals ottocente– schi che troveranno negli armadi neoclassici di Giovanni Molino e nelle sculture neogotiche del Comoletti le proprie punte più signifi– cative. La fase di transizione dal barocco propriamente detto al rococò, che vede protagonista, dal 1730 al1750 circa, il Gilardi degli altari di Challant, Gaby e Champorcher, è caratterizzata da una prima pro– gressiva trasformazione dei coronamenti degli altari. Dai profili rettilinei, solo a volte sormontati da grandi volute lignee, oppure dai grandi timpani triangolari o più spesso ricurvi, spezzati o no, che caratterizzano gli altari seicenteschi . e del primo 159 Le notizie sulla ditta Broccio/Gilardi sono contenute in un diario di Giuseppe Andrea Gilardi trascritto in A. F ERRETII 1974-75 cit.
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