- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994

272 Bruno Orlandoni Dovevano comunque apparire il non plus ultra della modernità, tanto che, per fare un esempio, nel 1816 il consiglio di fabbrica della parrocchiale di Etroubles ne ordinava uno analogo (Ill. 41) - ma in stucco dal momento che non bastavano i fondi per pagarlo in marmo - ai due plasticatori comaschi Giuseppe e Domenico Pagani. 162 Per quanto riguarda gli aspetti più strettamente scultorei di que– sta estesissima attività va precisato come la produzione dei Gilardi non sia di livello straordinario. Già le maniere di Giuseppe il vecchio, per quanto dignitose, non sono tali da tenere il livello di opere come quelle del Mainoldo ad Antagnod, come quelle della maniera di Guala Molino a Saint-Ger– main e a Saint-Benin, o ancora di opere come l'altare del Crocifisso di Giuseppe Bertola a Saint-Benin o la Madonna di Machaby, sia essa, o no, opera di Gaudenzio Sceti. Con le opere degli anni attorno al 1730-50 la maniera dei Gilardi si abbassa poi ulteriormente, riducendosi ai ranghi di una routine apertamente popolareggiante. Ben diverso è il livello di opere come la Madonna del santuario di Plout, donata dal priore di Sant'Orso Bertram nel 1744 ed eseguita dallo stesso scultore che, per lo stesso committente e verosimilmente negli stessi anni, intagliava il monumentale altare di Santa Croce ad Aosta. E ancora più alto il livello di una bellissima Madonna lignea della Cattedrale che sembra quasi trasmettere echi delle maniere del Mara– gliano.163 Si tratta però di casi particolari. Dopo il primo quarto del '700, chiusa la fase d'oro del barocco in Valle, la produzione si assesta su livelli medi/mediocri che proprio nell'opera dei Gilardi possono trovare un riscontro efficace. Unica ec- 162 I documenti sull'altare di Etroubles- iediti- sono stati reperiti da Domenico Prola nell'archivio parrocchiale del paese. 163 Sulle Madonne di Plout e della Cattedrale v. E. BRUNOD, La Cattedrale di Aosta, Aosta 1975 e BRUNOD/GARINO 1990 cit.