- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994
276 Bruno Orlandoni In questo caso però non è più il Canovaz ad agire come impresa– rio progettista, ma un altro valsesiano, Michele Carestia di Riva Val– dobbia. Il Carestia nel1666lavorava a restaurare la parrocchiale di Valgri– senche, 171 mentre ad Aosta, lavorando per oltre 35 anni, avrebbe costruito soprattutto «la chiesa della Visitazione, la cappella della Madonna del Carmine e il collegio di S. Benigno». 172 La cappella del Carmine- che non può che essere quella innesta– ta nella navata settentrionale della collegiata di Sant'Orso- è già cita– ta nel 1676 173 e quindi deve precedere quella data, mentre la chiesa del convento della Visitazione dovrebbe essere posteriore al 1682, dal momento che solo da quell'anno il convento riceveva dai Savoia il permesso di estendersi oltre la cinta muraria romana, nell'area in cui effettivamente si trova la sua chiesa. 174 Saremmo quindi di fronte all'ultima opera del Carestia, eseguita tra il 1682 e l'anno della sua morte, sopraggiunta nel 1685. La cappella del Carmine di Sant'Orso sembra citare, almeno in parte, la prestigiosa cappella del Carmine di Arnad costruita per i Vallaise dai luganesi Discepolo un quarto di secolo prima. La chiesa di Saint-Benin, in planimetria, sembra addirittura deri– vata dal trecentesco complesso francescano di Aosta, con la sola tra– sformazione delle sue strettissime navate laterali in più barocchi nic– chioni laterali voltati a botte. Anche Carestia, quindi, non appare certo come un grande inno– varare ma come un altro buon capomastro dei bei tempi antichi, attento soprattutto a non compiere passi troppo lunghi. Un'ulteriore novità è documentata nel 1687 con la ricostruzione del santuario di Machaby. 175 171 V. Bt.THA, Valgrisenche notices historiques, ed. Torino 1974, p. 44. 172 V. DEBIAGGI, Dizionario degli artisti va!sesiani, Varallo 1968, p. 30. l73 V. O. ZANOLLI 1979 cir., p. 234. 1 7 4 V. ].A. Due, HEA, vol. VII, p. 376. l75 V. E. BRUNOD 1985 cit., p. 416.
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