- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994

330 Lucienne Faletto Landi «Camus (Albert), écrivain français, né à Mondar (Algérie) en 1913. L'un des représentants de la «philosophie de l' absurde», il est l'auteur d'essais: ecc. ecc. - Pagina 836: Giano Oean), écrivain français, né à Manosque en 1895. Il a exprimé l'ame des paysages de la haute Provence et de ses rudes habitants dans des romans traversés d'un grand souffle de poésie, ecc. ecc. Quello che ne dice il Larousse è, lo sa benissimo, un laconico riassun– to ad uso scolastico. Ma ciò nonostante, mi pare alquanto difficile poter dire di Giano che è un «malato». Giano, del quale tutta l'opera è un virile canto d'amore alla terra, alla sana fatica dei campi. .. E il bello della storia è che la «malattia delle idee» è uno dei leitmotiv preferiti di Giona! Prendiamo ora a pag. 537: «L'Asino Sapiente» del bravissimo Gio– vanni Ansaldo. Nella prima colonna Egli parla di «agatzòi» e di Kakòi». Evidentemente ci vorrebbe «agathoi» - o ancora «agatòi». «Pignolo!» dirà Lei - come se Ansaldo non conoscesse un nominativo plurale greco! «D'accordo, rispondo - ma un buon correttore non avrebbe lasciato passare questa "coquille" proprio nell'articolo de !"'Asino sapiente" (messe da parte le disquisizioni che si potrebbero fare sull'opportunità o meno di tante citazioni in così diverse lingue. Scusi, perché non farne anche in arabo? Dopo tutto la nostra attuale civiltà deve molto anche a quella araba. Ciò che dico è così vero che il «Grand Littré» ha giudicato neces– sario di fare un'aggiunta araba al suo «Dictionnaire de la langue française» - Paris- 1882). E per non annoiarLa oltre: Pagina 538: «Il paese degli ipocriti». Tutto l'articolo è imperniato sulla parola «Cagot». Infatti, sorride alla mente e piace all'orecchio di giocare su questa parola che subito ne evoca un'altra; ma il guaio è che si tratta del serissimo «Il Borghese» e che le parole non possono avere che il significato dato loro dal vocabolario e non quello che ci farebbe comodo. Ora, l'ultima frase dell'articolo è: «Insomma, nell'accezione piena della parola di Rabelais cagots». La parola «cagot» significava anticamente lebbroso o pover'uomo, al giorno d'oggi (e sotto Rabelais per consonanza con «bigot»): bigotto,

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