- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1994
404 Bibliographie degnamente negli ampi spazi del Centro Saint-Bénin. La mostra infatti si poneva come fine quello di far conoscere al grande pubblico il ricco e prezioso patrimo– nio codicologico-liturgico che, per lunghi secoli, è stato espressione del rito particolare valdostano, soppres– so nel 1828 per decisione di papa Leone XII, e ne è ancor oggi la te– stimonianza pitr significativa. In una sintesi affascinante il pubblico ha potuto ammirare 42 manoscritti li– turgici, fra cui alcuni splendidamen– te miniati, e due volumi a stampa: una piccola parte del patrimonio individuato e classificato fino ad ora e che annoverava, all'inizio del XVI secolo, più di 600 pezzi. Nello stesso tempo la mostra ha inteso celebrare la pubblicazione del XIV ed ultimo volume della collezione «Menu– menta Liturgica Ecclesia:: Augu– stan<e», consacrata allo studio della liturgia locale e che prese avvio nel 1974 per iniziativa di Lino Colliard, allora direttore dell'Archivio Stori– co, e di Robert Amiet, delle «Facultés Catholiques>> di Lione, instancabile ricercatore del tesoro li– turgico valdostano. Strumento fon– damentale per apprezzare fino in fondo la rassegna si è rivelato l'eccel– lente catalogo realizzato sontuosa– mente dall'Imprimerie Valdòtaine. Curato sapientemente da Maria Costa, coordinatrice intelligente dell'intera manifestazione, il volu– me permette, grazie ai dotti contri– buti degli specialisti, un approccio non unilaterale alla produzione dei <<codici>> in Valle d'Aosta: fenomeno insieme religioso, civile, artistico che ci restituisce un tracciato della vita quotidiana e delle espressioni culturali di tutta una comunità attraverso i secoli. I..:aspetto liturgico viene appro– fondito con dottrina da Robert Amiet, il quale sottolinea sia l'ab– bondanza dei manoscritti realizzati rispetto all'esiguità territoriale della diocesi di Aosta sia la ricchezza e la varietà della produzione liturgica: Messali, Breviari, Salterl, Rituali, Pontificali. Basti ricordare il Messa– le del vescovo Oger Moriset, cod. 20 del Tesoro della Cattedrale, la cui decorazione, di grande finezza, richiama la cultura figurativa jac– queriana. Un altro prezioso mano– scritto è rappresentato dal Messale del vescovo Francesco de Prez, cod. 21 sempre del Tesoro della Catte– drale, che presenta un linguaggio iconografico di chiara derivazione svizzero-savoiarda; mentre la grafi– ca, l'impaginazione e le scelte cro– matiche dello splendido Messale Romano del 1502, cod. 41 della Biblioteca di S. Orso, conducono, quasi sicuramente, a Firenze e alle sue botteghe artistiche. Spicca tra tutti il <<Grande Messale Festivo>> di Giorgio di Challant, recentemente restaurato e conservato presso la Biblioteca della Collegiata di S. Orso. In sede di mostra il pubblico ha dovuto rinunciare all'originale
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