- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1997
122 Rosanna Mollo Mezzena Al di là e al di fuori della congettura Cordelus/Cordela, De Tillier aveva effettivamente conoscenza delle migrazioni indoeuropee e dei processi di formazione del gruppo etnico dei Salassi? In realtà, secon– do la moderna critica storica e le concomitanti indagini archeologi– che, intorno al1200 a.C. si verificano importanti cambiamenti nella geografia del popolamento e nel modello insediativo dell'Italia Settentrionale. 37 Il processo di costituzione del tessuto etnico dei Salassi come entità culturale a sé stante sembra definirsi soltanto nel corso dell'età del Bronzo Finale- Prima età del Ferro, nell'ambito di un più ampio fenomeno di regionalizzazione. 38 È inoltre da rilevare che nella prima metà del Settecento, a pre– scindere dalle leggende o dalle fantasticherie più o meno dotte e dalla rielaborazione di fonti di diversa origine, la conoscenza delle culture pre-protostoriche della Valle d'Aosta precedenti la romanizzazione non andava oltre la nozione etna-geografica. Anche se Cordela è un'elaborazione erudita e come tale priva di attendibilità storica, l'insistenza della tradizione leggendaria ha comunque acquisito, nel tempo, un valore pressoché «storico». 39 La suggestione di una coincidenza, probabilmente casuale, con il 37 Nel corso dell'età del Bronzo Finale - Prima età del Ferro, sembra costituirsi nell'Italia antica un primo fenomeno di regionalizzazione (Cf. M. PALLOTIINO, Storia della prima Italia, Milano 1984, p. 61 ss.). A cavallo tra XlV e Xlii secolo a.C. comin– cia a definirsi il processo di formazione dei gruppi etnico-culturali dell'Italia nord-occi– dentale (Cf. R. DE MARINIS, Liguri e Celto-Liguri in Italia, omnium terrarum alumna, Milano, p. 158 ss.). 38 Per il problema etnico dei Salassi Cf. R. MOLLO MEZZENA. Il celtismo in Valle d'Aosta: documentazione archeologica e aspetti culturali. Numismatica e Archeologia del Celtismo padano, Atti del Convegno Internazionale, Saint-Vincent 1989, Aosta 1994, p. 185 e ss. 39 La tradizione leggendaria, mai apertamente contraddetta, nel corso dell'Otto– cento, viene apertamente sottoposta a varie critiche (Cf. F. 0RSIÈRES, Historique du Pays d'Aoste, Aoste D. Lyboz 1839 p. 15, C. PROMIS, Le antichità di Aosta, Torino 1862 p. 13 e p. 127, T. TIBALDI, Storia della Valle d'Aosta I, Torino 1900, p. 127). Per ulteriori particolari Cf. A.M. CAVALLARO, La fantastica città di Corde/a cit., pp. 227-228.
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