- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1997

222 Silvia Brusa Trompetto ampie e diritte che Domenico Fontana progetta a Roma per Sisto V, continuando l'opera del Bramante: esse collegano i punti nodali della città, segnati da antichi obelischi. Al concetto di allineamento si congiunge successivamente, in epoca barocca, quello di grandiosità, di decoro urbano, di abbelli– mento. Nasce in questo periodo la concezione della città come pro– getto: «l'intera struttura urbana è ricondotta nell'ambito della pro– gettazione d'architettura e lo studio delle singole parti rimane, neces– sariamente, definito come parte, sebbene distinta, di un tutto. Il pro– getto dello spazio pubblico risulta così definito . . .come unità pro– gettuale autonoma e non come somma di progetti degli edifici che lo definiscono». 38 Sono i presupposti per una pianificazione urbana: poiché gli interventi sul centro non possono però che essere estre– mamente limitati a causa della resistenza dei proprietari alla trasfor– mazione e delle difficoltà - anche economiche - ad attuare gli espro– pri, si opera sulla periferia, abbellendo i dintorni e gli accessi alla città, aprendo vie di collegamento con il centro del Potere, traccian– do una place royale, come avviene a Torino con il progetto vittozzia– no per il taglio della Contrada Nuova 39 su cui si innesta la piazza Reale realizzata da Carlo di Castellamonte. In realtà il concetto di allineamento nasce contemporaneamente alla distinzione tra luoghi pubblici e spazi privati che vi si affacciano, e ne costituisce il limite giuridico. In Francia già nel1607 viene ema– nato un editto regio che impone a tutti coloro che intendono costruire l'obbligo di chiedere alle autorità comunali di tracciare l'al– lineamento del nuovo edificio: ne tratta Perrot nel suo Dictionnaire de la voirie: «L'alignement n'est pas requis seulement pour construire ou recon– struire sur la voie publique, on doit de meme l'obtenir pour les ouvrages qui tendent à conforter les batiments; s'il en était autrement, on ne par– viendrait jamais à donner aux rues les directions et largeurs dont elles sont susceptibles pour la commodité et l'utilité publique, parce que cha- 38 RICARDO BOFILL, «La costruzione della piace de la Concorde>, in MARCO GAlANI (a cura di), La città senza fine, Firenze, Alinea, 1995, p. 264. 39 VERA COMOLI MANDRACCI, Torino, Bari, Laterza, 1989, p. 24.

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