- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1997
236 Silvia Brusa Trompetto mi volontariamente si pagherebbero perché loro si togliesse questa servitù ed incomodo che alle loro case si cagiona a causa della oscu– rità ed aria mal sana». Qui sono ulteriormente specificati i due temi fondamentali dell'urbanistica illuminista: una rete di comunicazioni viarie efficiente e la libera circolazione di luce ed aria nella città. L'«arcade Empereur» ed i piani parziali di rettificazione. Uno studioso della University of Kentucky, Richard Etlin, 69 ha tracciato una sintetica storia del sempre più marcato interesse con cui dagli anni 1740 (in cui furono rese pubbliche le prime dissertazioni sull'argomento) in poi ci si è occupati della salubrità dell'ambiente, sopratturto di quello urbano. Egli cita in proposito l'autore di un'opera scritta nel 1787 70 che paragonava le grandi città a grandi ospedali o grandi prigioni, perché «partecipent. .. de ces ejfets qui résul– tent d'une grande multitude rassemblée dans un meme lieu», ritenendo cioè che in esse vi fosse quella stessa «corruption de l'air>> che rista– gnava in quegli ambienti chiusi. Si comincia cioè (e questo pensiero si svilupperà nell'Ottocento) a ritenere che l'aria può corrompersi, tanto da diventare nociva o addirittura mortale e se essa ristagna, mancando il movimento che è fonte di vita e di salute, non è più adatta alla respirazione. Tra le cose che possono renderla putrida o fetida vi sono i cadaveri, i corpi ammalati, gli animali macellati e gli escrementi ... Di qui nasce una maggiore attenzione ai luoghi d'inumazione, 71 e ci si comincia a 69 RICHARD ETLIN, «Lair dans l'urbanisme des lumières>>, in Dix-huitième siècle, n. 9 (1977), pp. 123-134. Nello studio citato sono ricordate molte opere scritte nella seconda metà del Settecento a questo riguardo, ponendo un particolare accento sul premio offerto dall'Académie Royale des sciences nell'intento di stimolare studi capaci di spiegare il ruolo dell'aria nella trasmissione delle malattie contagiose. Intanto a Torino, nel cenacolo scientifico della «Società privata torinese», fondata nel 1757, il medico Gianfrancesco Cigna sviluppava importami studi sulla respirazione animale e in parti– colare sui modi in cui l'ossigeno viene fissato dai globuli rossi (VINCENZO FERRONE, «Turin au sein du grand circuir sciemifique européen» in B!itir una ville au siècle des lumières. Carouge: modèles et réalités, Carouge, 1986, p. 65). 70 LE RoY, «Précis d'un ouvrage sur !es hòpitaux» in Histoire de l'Académie Royale des Sciences, Paris, 1789. 71 Ad Aosta, sotto lo stimolo di Vignet des Etoles, si giunse ad acquistare
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