- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1997
Aosta tra XVIII e XIX secolo 249 l'«ornato» delle facciate, e introducendo criteri di «allineamento» e «non difformità» delle stesse; 101 la possibilità di giudizio e verifica è però estesa ad una commissione che fa parte degli organi istituziona– li dell'apparato pubblico. Le direttrici del suo regolamento paiono svilupparsi ben al di là di un piano di razionalizzazione e abbellimen– to di matrice illuminista: l'obiettivo è riportare la città ad un ordine organizzativo globale, migliorandone l'estetica e la funzionalità con interventi pubblici e incentivazioni all'edilizia privata. Lesperienza di pianificazione francese della seconda metà del Settecento, dal piano di embellissement di Metz tracciato da Blondel nel 1764 sino all'idea di embellissement total di Parigi, città di cui Patte progetta una rico– struzione totale (1765), 102 ha maturato la capacità di valutarne gli aspetti più legati alla realtà urbana, come lo stabilire un piano di finanziamento degli interventi e tener conto della situazione fondia– ria su cui si vuole operare. Questa adesione alla realtà si rivela nel– l'urbanistica napoleonica, introducendo il concetto di utilité publi– que per stabilire dei limiti ai privati in materia di uso del suolo e dirit– ti di edificazione, promuovendo uno sviluppo della città che sotten– de sempre, in ogni caso, un controllo dell'economia urbana e del mercato immobiliare e fondiario. A Torino erano state avanzate, sin dall'inizio dell'Ottocento, molte proposte progettuali che trovarono la loro sintesi nel Pian général d'embellissement elaborato da una commissione incaricata dal Consiglio degli Edili e completato il 30 marzo 1809. 103 Le coordi– nate generali di questo piano sono analoghe a quelle di Milano; gli 101 Maria Teresa, con dispaccio del 13 febbraio 1777 contenente il «Nuovo Piano per le Strade» affida l'incarico di Ispettore Generale delle Fabbriche di Stato all'Archi– tetto Piermarini; citato da GIANDOMENICO ROMANELLI, «La Commissione d'Ornato: da Napoleone al Lombardo-Veneto» in P. MORACHIELLO, G. TEYSSOT, Le macchine imperfette, Atti del convegno, Roma, Officina, 1980, p. 130. 102 Vedi RICARDO BOFILL, «La costruzione della piace de la Concorde>>, ci t., p. 265, e ANTOINE PICON, Architectes et Ingénieurs au siècle des lumières, cit, pp. 174-176. 103 VERA COMOLI MANDRACCI, «Progetti, piani, cultura urbanistica tra Rivolu– zione e Impero», in GIUSEPPE BRACCO (a cura di), Ville de Tìtrin, 1798-1814, Torino, 1990, p. 228. È specificato che gli interventi di pianificazione urbanistica del periodo francese hanno origine dai decreti imperiali del 26 maggio 1806 per il Regno d'Italia e del4 luglio 1808 per i territori annessi all'Impero.
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