- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1997
274 Silvia Brusa Trompetto «vegliare sulla conservazione e sull'abbellimento esteriore de' fabbri– cati così sacri come profani, dei pubblici monumenti, delle vie, piaz– ze, passeggi e luoghi tutti della città medesima dipendenti», quindi non intende attuare una gestione separata dell'Ornato urbano e delle infrastrutture, ma prospetta un intervento globale, in cui può essere rintracciata quella aspirazione ad una pianificazione del territorio che ha fatto dei plan d'embellissement napoleonici degli strumenti urba– nistici a volte rimasti sulla carta, ma certamente ricchi di carica inno– vativa. La Commissione è composta di sette Membri (nel Projet erano nove), cioè il Sindaco (o il vice-Sindaco), due Consiglieri anziani, l'Ingegnere &Ha Provincia, un architetto e due «possidenti, i quali dovranno scegliersi tra le persone più notoriamente fornite di cogni– zione in materia di belle arti», quindi apertura anche ai non-tecnici esprimendo «valori civili di partecipazione» la cui matrice è anch'es– sa rintracciabile nelle istituzioni di epoca napoleonica. 166 Nel corso della sua attività, che si protrarrà sino alla fine del secolo (anche se dal 1883 avrà un nuovo Regolamento e prenderà il nome di Commission d'Edilite) finirà per identificarsi con la Commissione Comunale, spesso ridotta a pochissimi membri; e questo avverrà parallelamente all'annullamento delle istanze di pianificazione, attra– verso la graduale trasformazione delle sue funzioni in attività di poli– zia urbana. Che comunque la nuova Commissione stia al confine tra due modi diversi di intendere la città è dimostrato dai principi contrad– dittori espressi nel documento; infatti l'art. 3 stabilisce che «farà compilare piani parziali regolari per quelle piazze e contrade in cui s'intenderà di eseguire opere d'abellimento, segnandovi le variazioni che ciascuna proprietà avrà a subire col tempo. e all'epoca dell'effet– tuazione dei medesimi», passando dalla normativa neoclassica che interviene su scala territoriale, tracciando assi di comunicazione e realizzando un reticolo di infrastrutture, alle «disposizioni locali» tipiche dell'urbanistica ottocentesca, in cui ci si occupa della città su 166 GIANDOMENICO ROMANELLI, <<La Commissione d'Ornato, da Napoleone al Lombardo-Veneto», cit., p. 131.
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