- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1997

Problemi e metodi della numismatica oggi 35 ra e di piombo ha permesso una più chiara seriazione delle emis– SIOni. Altro contributo che questo tipo di analisi può offrire è quello sulla provenienza del metallo. Così si è scoperto che Egina utilizzava le miniere dell'isola di Sifno, Atene, prima delle scoperte di quelle del Laurion, site proprio in Attica, utilizzava quelle del distretto del Pangeo. Alessandro Magno e suo padre Filippo II si servivano di quelle dell'area traco-macedone. I Romani prendevano argento dalla Spagna, oro dalla Gallia e ferro dal Norico, gli Arabi invece usa– vano per l'oro fonti orientali, con le quali inondarono l'Europa nel X e XI secolo. Genova e Firenze usarono l'argento proveniente dal Nuovo Mondo da poco scoperto, per il tramite della Spagna etc.. 5 Perciò grazie a queste analisi aspetti prima sconosciuti sono stati acquisiti alla scienza, migliorando le nostre conoscenze e fornendo utili documenti per una migliore comprensione del fenomeno monetale. Accanto a queste analisi fisiche e chimiche, grande aiuto è giun– to anche dalle scienze esatte, quali la statistica e più in generale la matematica. Il ricorso a questa disciplina, ad esempio, ha permesso di stabilire con una certa approssimazione quante monete si potevano fare con una coppia di conii. Si è così giunti alla conclu– sione che da un paio di coni battuti a mano si possono ottenere da un minimo di 5.000 ad un massimo di 15.000 esemplari. Si tratta ovviamente di valori teorici, ma che servono per farsi un'idea del possibile volume di produzione di una zecca e della quantità di metallo occorrente per una emissione. A titolo di esempio ricordo che la zecca di Siracusa per un periodo di 150 anni usò solo 280 coni di D/ e 340 di R/, ma una zecca attiva per Alessandro Magno, quella di Amfìpoli in soli 18 anni adoperò 700 coni di D/ e 1300 R/, per un totale di circa 13 milioni di tetradrammi. Dalle 125 monete araldiche di Atene che possediamo, prodotte da 70 coni diversi di 5 C.M. CIPOLLA, La moneta a Firenze nel Cinquecento, Bologna 1987.

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