- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/1997

350 Pierpaolo Careggio Stessa situazione a Saint-Christophe: «il n'y a point de place pour ensevelir les enfants morts sans bapteme parce qu' on les porte tous en Valpelline» (Archivio della Curia, vol. Etat des paroisses 1786). Il parroco Gilliavod di Arnad, quasi con un atteggiamento di comprensione nei riguardi delle sventurate famiglie, dice espressa– mente che tutti i nati morti sono portati a Machaby: «Il n'y a point de lieu destiné pour les enfants morts-nés, parce que quand ce mal– heur arrive, on les porte rous à Machaby» (Archivio della Curia, vol. Etat des paroisses 1786). Anche gli abitanti di Hone fanno ricorso a questa Madonna: infatti manca un luogo specifico nel cimitero «à cause qu' on les a portés à Notre Dame de Machabi» (Archivio della Curia, vol. Etat des paroisses 1786). Analogamente da Pontboset «on les porte à la chapelle de Machaby à Arnad» (Archivio della Curia, vol. Etat des paroisses 1786). A Verrès «on est en courume de les aller enterrer au Sanctuaire de Machaby dans le territoire d'Arnad, où il y a un cimetière destiné à cet usage» (Archivio della Curia, vol. Etat des paroisses 1786). Al di là della loro ripetitività, le risposte dei parroci a monsignor Solaro sono significative, perché testimoniano il carattere non occa– sionale del répit e la sua estesa diffusione sul territorio; inoltre si può ipotizzare che l'usanza fosse presente anche nei paesi che risultano privi di una zona cimiteriale per i non battezzati, perché pare singo– lare che in tempi di elevata mortalità infantile l'esigenza di provve– dere a questi bimbi non fosse sentita. Queste risposte provano anche l'esistenza di tre centri prevalenti a cui la popolazione ricorre: la chiesa parrocchiale di Courmayeur per l'alta Valle, quella di Valpelline per la media e il santuario di Machaby per la bassa Valle. In quest'ultima zona la gente chiede la grazia alla Madonna, mentre a Courmayeur e a Valpelline si rivolge a san Pantaleone,