- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

158 Anselmo Lucat non addirittura distrutti. Scrive ~d esempio la Peyrot a proposito della veduta prospettica dell'Ospizio del Piccolo San Bernardo : «La veduta è assai interessante perché è una delle poche che ci rappresentano il com– plesso degli edifici costruiti sul colle del Piccolo San Bernardo ed ora completamente distrutti». Altrettanto può dirsi della veduta e della descrizione del castello di Saint-Pierre (quello soprastante la chiesa par– rocchiale e il borgo, per intenderei) che all'epoca dell'Aubert si presen– tava in modo del tutto diverso da quello odierno. Eccone la descrizione. Il castello «situé au nord, et touchant presque aux maisons du village, est construit au sommet d'un bloc de rocher qui s'élève camme un eone isolé au milieu d'une prairie. Cette sorte de pyramide a pour ainsi dire trois étages distincts. Sur le premier, on voit quelques habitations au milieu desquelles se montre le presbytère; sur le second l'église avec son vieux clocher élancé et majestueux; enfin, sur le troisième, le chateau dont les remparts inaccessibles semblent protéger encore le tempie du Seigneur et les humbles demeures qui sont venues se grouper sous son abri tutélaire». Una Il!.agnifica tavola dà la visone di come si presentava il castello all'Aubert. E evidente quanto fosse diverso dall'attuale strut– tura che risale alla seconda metà del secolo scorso quando Emanuele Bollati che l'aveva acquistato nel 1873 e l'architetto Camillo Boggio l'hanno «manomesso trasformandolo- specialmente con l'aggiunta al mastio di quattro torrette angolari (che non hanno riscontro nell'archi– tettura valdostana) - in un pasticcio alla Walt Disney» (André Zanotto). Le vie di accesso alla Valle d'Aosta sono minuziosamente descritte con l'indicazione di quelle più agevoli. «La plus facile est celle qui, par– tant de Turin, traverse les plaines du Piémont, la ville d'Ivrée et reman– te le cours de la Doire; on la parcourt en voiture sans aucune fatigue». Gli altri accessi attraverso vari colli non serviti, all'epoca, da strade car– rozzabili erano «plus pénibles» e adatti solo ai «touristes intrépides qui se condamnent à l'allure fatigante du mulet, ou se confient à la vigueur de leurs jarrets». Tra questi quelli attraverso il Piccolo e il Gran San Bernardo. Vi erano, infine, altre vie d'accesso quali quelle che attraver– sano il colle del Gigante (Courmayeur) e del Teodulo (Valtournenche). Esse «ne conviennent qu'aux amateurs des grandes entreprises». Le notizie sulle vie di accesso alla Valle d'Aosta evidenziano un interessante aspetto delle sue vie di comunicazione e dei mezzi di tra– sporto all'epoca dell'Aubert. Non è ancora costruita la linea ferrovia– ria e per gli spostamenti nel fondo valle si doveva utilizzare la diii-

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