- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

Una dimora neoclassica sulla collina di Aosta: Casa Bibian 20 l Ma aldilà delle citazioni di interi brani figurativi, nelle pitture di Casa Bibian si trovano continue riprese di motivi albertolliani che dimostrano la dimestichezza di Luigi Artari con il reperto– rio ornamentale del maestro, distribuito secondo un'organizza– zione d'insieme basata su un'intelaiatura geometrica e moduli decorativi che si ripetono. La boiserie di sobrio gusto neoclassico comprende uno zocco– lo a specchiature scandite da paraste, ridipinto grossolanamente a finto marmo, il camino e sei porte riquadrate da cornici mistili– nee, con dentelli e motivi vegetali intagliati a rilievo e rialzati in oro (fig. 11). Sei tele dislocate sopra le porte illustrano episodi narrati da Ovidio: la Caduta e la Morte di Fetonte, 30 Apollo e Dafoe, 31 Pan e Siringa 32 e Apollo che uccide Pitone 33 connessi al Belle Arti in Milano, incisi da Giacomo M ercoli Luganese, volume in folio, tavv. XXI, XXII, XXIII, XXIV. Copera è dedicata a Leonardo Piermarini che ha "ricondotto il Buongusto in questa insigne Metropoli". La quarta panoplia non può evidentemen– te essere dedicata alle Scienze, perché in essa sono riconoscibili bandiere, un elmo, scudi, arco e frecce. 3 ° Fetonte aveva ottenuto da Apollo il permesso di guidare il carro del Sole, ma la folle corsa del temerario giovane fu arrestata da un fulmine scagliato da Giove, che lo fece precipitare nel fiume Eridano (Metamoifosi, II, 150-327). In una sovrapporta Fetonte è rappresentato mentre precipita a capofitto dal cielo insieme con il carro, mentre nella scena seguente è raffigurata la tomba di Fetonte circondata dalle sorel– le in lacrime, le Eliadi, murare in pioppi. 31 Apollo, infiammato d'amore per la ninfa Dafne, la rincorse fino a che la fan– ciulla esausta pregò il padre, il dio fluviale Peneo, di metterla in salvo: fu così che le spuntarono i rami dalle braccia e le radici dai piedi e Dafne fu tramutata in albero di alloro (Metamoifosi, I, 450-567). 32 Per sfuggire alle brame di Pan, divinità greca dei boschi e dei greggi, la ninfa Siringa pregò di essere trasformata e si murò in un fascio di canne palustri (Metamoifosi, I, 689-713): il dipinto raffigura Pan in atto di stringere tra le braccia le canne. Narra Ovidio che il suono del vento tra le canne piacque tanto al dio che ne ragliò alcune e ne fece un flauto multiplo che porta appunto il nome di siringa, con il quale sfidò Apollo in una gara musicale (cfr. nora 56). 33 La sovrapporta rappresenta un giovane con arco e frecce in atto di contem– plare il mostro serpentiforme che ha appena ucciso: data la presenza del carro del Sole fra le nubi in alto a sinistra, nel personaggio è riconoscibile Apollo, mentre il mostro può essere plausibilmente identificato con il serpente Pitone, ucciso - secondo il rac– conto ovidiano- da Apollo con mille frecce (Metamoifosi, I, 438-451).

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