- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

228 Paolo Papone - Viviana Vallet Orso formavano un insieme relativamente omogeneo ed unitario, che gestiva almeno parte del patrimonio "in solido". Questo appare da un documento dell040, 34 nel quale il conte Umberto dona i suoi beni immobili posti in Avise e nella Valdigne, ovvero a Derby e a La Thuile, e i suoi beni mobili che si trovano "in comitatu Augustano" (pur conservandone l'usufrutto fino alla morte), "canonicis sancti Iohannis nec non et sancti Ursi canonicali ordine", ciò che viene ripreso più oltre nella formula "canonicis sancti Iohannis seu sancti Ursi". Questa donazione doveva essere di grande valore, poiché i canonici, temendo opposizioni da parte degli eredi, si premurarono di farla sottoscrivere in tempi diversi a tutti i quattro figli di Umberto, vale a dire a Oddone, Amedeo, Aimone, Burcardo, ed anche a Pietro, figlio di Oddone. Sul modello della donazione umbertina del l 040, verso la metà del secolo XI venne composto un documento spurio attestante una donazione di terre site a "Funil" (Fenis), "Morado" (?) e ''Arpulià' (Arpuilles) alla chiesa "sancte Marie et sancti Iohannis sanctique Ursi"; viene precisato anche lo scopo della donazione: "ad commu– nem victum suorum canonicorum". 35 Il donatore vi si presenta come "ego Anselmus largiente divina clementia episcopus Augustensis ecclesie et comes" e la datatio chronica indica "DCCCCXXIII". L anacronismo è evidente: all'inizio del X secolo nessun vescovo aveva ancora ottenuto poteri di districtio, né in quel periodo i rodolfingi avevano alcun bisogno di spartire l'autorità con gli ecclesiastici. 36 Quando Rodolfo III diede il comitatum al vescovo di Losanna, il vescovo Anselmo era tra i fautori di tale donazione, 37 mentre nessun documento attesta una simile richiesta per il vescovo di Aosta; d'altra parte, la gestione del potere in Valle d'Aosta risentiva fortemente dei legami famigliari tra conte e vescovo, e non vi era alcuna necessità di concedere il comitatum al vescovo. L anacronismo della charta datata 34 HPM, Chartarum, I, n. CCXII, coli. 530-531. 35 HPM, Chartarum, II, n. XVI, coli. 28-31. Si osservi la datatio topica: "in augu– sta civitate in loco publico ante ecclesiam sancte marie", confrontandola con quella del 1040: "in augusta civitate et in ecclesia sante marie loco publico" 36 A . P. FRUTAZ, Le fonti cit., p. 14, n. 2. Si può vedere la discussione delle varie opinioni in C. VALENZA, La diocesi di Aosta cit., pp. 70 sgg. 37 MGH, Regum Burgundiaecit., doc. 102, pp. 258-260 (Vevey, 25 agosto 1011).

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